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Il contesto


Il contesto, fattore indispensaibile nell’approccio pragmatico, rinvia ad un ambiente più articolato di quello definito precedentemente come semplice condizione spazio-temporale. In particolare, seguendo la classificazione di Bettetini possiamo distinguere un: a) Contesto circostanziale: come sito dell’enunciazione, dunque il set fisico che riguarda il tempo e lo spazio fisico; b) Contesto istituzionale: comprende il quadro culturale, sociale, politico, etico e giuridico; c) Contesto intertestuale: coincide con l’intero mondo testuale esistente. Distinguiamo un intratesto (riferimenti interni ad uno stesso testo), un paratesto (ogni testo che si accompagna al testo principale), un metatesto (un testo che si sovrappone), un architesto (il testo modello di appartenenza); d) contesto azionale: è costituito dagli attori, gli atteggiamenti, gli stati mentali che condizionano l’azione comunicativa; e) Contesto esistenziale: è la porzione di mondo oggetto della situazione comunicativa, lo stato di realtà cui si riferisce, ciò che si può dire e non dire, ciò che è universale o contingente.
J.Austin e gli atti linguistici. La “svolta linguistica” su cui ha insistito la filosofia analitica inglese nel secondo dopoguerra produrrà numerosi lavori che trattano degli atti linguistici. il linguaggio è considerato dal punto di vista delle azioni che nel parlarlo e col parlarlo si compiono. Si distinguono, innanzitutto, l’enunciato constativo che ha, come le asserzioni, la proprietà di essere vero o falso, e l’enunciato performativo che non può mai essere né l’uno né l’altro perché ha una specifica funzione ovvero quella di “compiere un’azione”. Pertanto si distinguono i seguenti atti linguistici: a) Atto locutorio: è l’atto di dire qualcosa, l’azione stessa della fonazione, della costruzione della frase, dell’attribuzione dei significati; b) Atto illocutorio: è l’atto che si esegue nel dire qualcosa, esso è ciò che si fa nel dire ciò che si dice; c) Atto perlocutorio: è l’atto che attraverso il dire produrrà effetti consecutivi sui sentimenti, sui pensieri, sulle azioni dell’auditorio o di chi parla o di altre persone.

Tratto da SEMIOTICA E COMUNICAZIONE di Niccolò Gramigni
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