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Il distacco dei lavoratori nel quadro di una prestazione di servizi transnazionale


La crescente diffusione di processi di integrazione tra imprese e gruppi di società collegate a livello multinazionale ha suggerito l’emanazione della Direttiva comunitaria 96/71/CE, in materia di distacco dei lavoratori nel quadro di una prestazione di servizi transnazionale.
A tale direttiva è stata data attuazione nell’ordinamento italiano con il d.lgs. 72/2000, che è diretto a tutelare i lavoratori distaccati temporaneamente in territorio italiano da imprese con sede in altro Stato, ovvero sulla base di un contratto di appalto o di fornitura di servizi.
In favore di tali lavoratori è sancito un principio di uniformità di trattamento con i lavoratori comparabili operanti nel luogo del distacco e, nel caso di appalto, con i lavoratori dipendenti dall’impresa appaltane.
Si può osservare che la disciplina appena descritta presenta le tipiche caratteristiche di una normativa anti-fraudolenta, volta ad evitare che attraverso l’istituto del distacco del lavoratore le imprese possano perseguire l’obiettivo di ridurre le tutele economiche e normative per ottenere una riduzione del costo del lavoro.
Proprio per questo la normativa in questione si presenta in controtendenza rispetto ai nuovi orientamenti espressi dal legislatore con l’emanazione del d.lgs. 276/2003 dato che l’abrogazione della l. 1369/60 ha comportato l’eliminazione del principio di uniformità di trattamento da essa contemplato.

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