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Il dominio dell’immagine in politica


All’inizio degli anni’80 la sfera della comunicazione politica appare trasformata negli strumenti e nel linguaggio; ai filmati del Terzo canale si sostituiscono decine di emittenti televisive che portano nelle case i messaggi politici.
La comunicazione dei partiti si adatta ai modelli della televisione contraendo i tempi e basandosi sulla forza comunicativa delle immagini.
La campagna elettorale del 1979 vede le emittenti locali programmi elettorali; per le amministrative del 1980 è realizzato lo spot elettorale.
L’immagine ribalta il suo rapporto di sudditanza e dipendenza dalla parola.
Negli spot degli anni ’80 immagini e parole sono ancora correlati come negli spot della Dc chiusi da spot quali: “Decidi Dc” imitazioni del famoso “I like Ike”; gli spot del Pci sono più cinematografici e del Psi sono incentrati sulla figura del leader Bettino Craxi; l’immagine è ancora usata per tradurre concetti.
Pochi anni dopo l’immagine diviene la protagonista della comunicazione dei partiti; ad esempio lo spot del 1994 di Forza Italia è composto solo da musica e immagini.
Le caratteristiche della comunicazione visiva della politica sono brevità, emotività e leggerezza; l’immagine più della parola riesce ad accomunare grandi platee come quelle televisive facendo leva su denominatori comuni emotivi e consente di spostare il pano dell’identità e della comunicazione dal livello logico razionale a quello visivo emotivo.
I video sono sempre presenti nelle conferenze e la politica tende ad affidarsi alle immagini e alla loro forza evocativa; nella turbopolitica non si sceglie il leader o il partito perché si è convinti, ma perche si è sedotti.
Gli spot “fatto” realizzati nel 2001 dal governo Berlusconi con Nonno Libero; gli allestimenti architettonici e scenografici del vertice di Pratica di Mare e del G8; le continue interviste e dichiarazioni; il pullman di Prodi e Veltroni; la nave azzurra di Berlusconi ed altri eventi sono i modi con cui la politica si rende visibile e si spettacolarizza per rimanere impressa.
I leader devono fisicamente incarnare e comunicare lo stato di salute e l’immagine del proprio partito, devono cercare la scenografia e mettere in atto trovate sceniche come il “contratto con gli italiani” o la “cartina delle grandi opere” utilizzati da Berlusconi a Porta a porta nel 2001.
Il prevalere dell’immagine ha coinvolto i processi di diffusione della conoscenza e della trasmissione del sapere di una cultura da sempre basata sulla parola e sulla scrittura.
Alcuni politici hanno aderito alle posizione “apocalittiche”, ma anche tra questi si è diffusa la consapevolezza che la prevalenza dell’immagine non significa perdere la capacità di trasmettere significati.

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