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Il futuro riformatore, Lutero e Agostino


La Riforma non nasce solo dalla contestazione degli abusi della Curia Romana, ma soprattutto dal desiderio sincero di essere cristiani, confrontandosi con le fonti originali della storia del cristianesimo: il Nuovo Testamento, soprattutto Paolo e gli scrittori della chiesa dei primi secoli. Nel 1518, introducendo le tesi per la disputa di Hedelberg, Lutero, scrisse che Agostino doveva essere considerato fra tutti gli esegeti, l’interprete più fedele di Paolo, l’interpres fidelissimus. Egli intendeva in tal modo non solo proclamare l’autorevolezza dei commenti agostiniani all’epistolario paolino, ma più ancora l’intenzione di voler assumere Agostino quale maestro e guida in quella difficile e rischiosa impresa che è l’esegesi dell’evangelo di Paolo. Nel 1506, Johann Amerbach, umanista ed editore in Basilea, pubblicò un’edizione in 11 volumi in-folio che comprendeva tutte le opere di Agostino: per la prima volta, nella storia dell’Occidente, veniva data la possibilità di conoscere il pensiero e gli scritti dell’Ipponense nella sua interezze e globalità. Non era entrato ancora in uso il concetto di Opera Omnia, ma forse proprio la pubblicazione di tutte le opere di Agostino, raccolte secondo l’ordine cronologico, fece nascere un nuovo modo di affrontare la lettura e la conoscenza di uno scrittore. Il futuro riformatore si trova in una singolare armonia di sentimenti con Paolo e con Agostino: nel 1515-6, uno dei suoi primi corsi universitari a Wittenberg è sulla Lettera ai Romani e il suo manuale esegetico è dato appunto dal De spiritu et Littera una delle opere della polemica antipelagiana. Inoltre Lutero è un monaco agostiniano, appartiene all’Ordo Eremitarum Sancti Augustini, l’ordine che onora Agostino come il proprio fondatore e soprattutto lo assume come maestro spirituale. Il dramma di Lutero nasce nel contesto delle 95 Tesi, che la leggenda vuole siano state affisse alla vigilia della festa di ognissanti, alle porte della chiesa del castello di Wittenberg, ma che la storia testimonia invece essere state spedite per
lettera, a quella data, ai diretti interessati per lo scandalo delle indulgenze: l’arcivescovo di Magonza, Alberto di Brandeburgo e l’ordinario della diocesi in cui è Wittenberg, Hieronymus Schulze. Di qui nasce il riformatore Lutero e di qui prende l’avvio la contestazione di una Chiesa che non è attenta alla parola di Dio e all’annuncio evangelico, ma nemmeno alla vita e ai problemi dei comuni fedeli.

Tratto da ALLE ORIGINI DEL MONDO MODERNO di Alessia Muliere
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