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Il movimento indipendendista algerino degli anni '50

 Il movimento indipendendista algerino degli anni '50

Sin dai primi anni 50 un movimento indipendentista algerino ha messo in seria difficoltà l’amministrazione francese della colonia, così come la comunità francese che vive in Algeria. Nel 1957 la guerriglia urbana travolge Algeri. Formazioni militari del Fronte di liberazione nazionale algerino combattono per strada contro le truppe francesi, che riescono a riprendere il controllo della città ricorrendo a esecuzioni sommarie e la tortura dei prigionieri (un episodio noto anche come la battaglia di Algeri). Nel 1958, di fronte alla possibilità che il governo francese ceda e proclami l’indipendenza dell’Algeria, un gruppo di militari francesi di stanza in Algeria forma un comitato di salute pubblica che sembra intenzionato a compiere un colpo di Stato; la condizione per non far precipitare la situazione è che l’incarico di capo del governo deve essere affidato a De Gaulle. Questi accetta, senza dare alcuna garanzia ai rivoltosi.
De Gaulle redige una nuova Costituzione e attribuisce un peso maggiore al presidente della Repubblica, che viene eletto dal corpo elettorale. Il presidente ha il potere di nominare il Primo ministro, il cui governo viene approvato dal Parlamento. Il presidente può sciogliere le Camere, proporre referendum e assumere pieni poteri nel caso di minaccia o instabilità del potere.
De Gaulle si convince anche che l’unica soluzione possibile per l’Algeria è abbandonarne il controllo. Viene prima represso un nuovo colpo di Stato militare e nel 1963 avvia un piano per l’indipendenza dell’Algeria, che viene approvato sia dal popolo francese con un referendum che dall’opinione pubblica algerina.
Per tutto il periodo che va dal 1948 al 1957 si formano coalizioni centriste in Italia, cioè alleanza tra la Dc e i partiti repubblicano, liberale o socialdemocratico. Il primo intervento importante è stata la riforma agraria. Negli anni precedenti, soprattutto nei mesi della Liberazione, nell’Italia centro-meridionale più di una volta era accaduto che numerosi gruppi di contadini occupassero abusivamente terreni incolti o parti di latifondi. Le iniziative erano illegali e per questo erano andate incontro a una sistematica repressione. Nel 1950 De Gaspari approva norme che portano alla espropriazione e redistribuzione di alcuni ettari di terra. Viene istituita la Cassa del Mezzogiorno, un ente finanziario statale al quale viene attribuito il compito di coordinare i finanziamenti e i sostegni riservati alle regioni meridionali per la costruzione o il miglioramento delle infrastrutture o per il supporto creditizio delle aziende agricole e industriali. Nel 1953 De Gaspari propone una nuova legge elettorale per cui lo schieramento di partiti alleati che consegue il 50% dei voti riceve un premio di maggioranza che gli assegna il 65% dei seggi in Parlamento. La legge viene approvata in tempo per le nuove elezioni, la Dc si conferma come primo partito ma poco dopo viene abrogata.
De Gasperi si dimette ma la Dc è ancora al potere. Si inaugura il secondo ciclo politico che va dal 1957 al 1960, durante il quale la Dc si allea con il Movimento sociale italiano (Msi), un partito fondato nel 1946 da ex membri della Repubblica sociale italiana, tra cui Giorgio Almirante. Il Msi non nasconde di farsi portatore di ideali fascisti. Nel 1960, il presidente della Repubblica, il democristiano Gronchi, dà al democristiano Tramboni l’incarico di formare un nuovo governo. Tramboni costituisce un governo di soli democristiani e si avvale del voto di fiducia dei parlamentari del Msi. Ottenuto il voto, riceve critiche dal suo stesso partito e si dimette. Gronchi insiste a designarlo alla guida del governo e Tramboni torna al Parlamento.

Tratto da L'ETÀ CONTEMPORANEA di Gabriella Galbiati
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