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Il problema dell’accertamento della morte


Nella moderna società si cercano metodi diagnostici della morte sempre più precoci.
Un tempo ci si basava solo sull’accertamento empirico che consisteva nel riscontrare tipici fenomeni post-mortem o cadaverici (ad esempio la putrefazione).
Poi si è passati agli accertamenti tecnici affidati a soggetti specializzati quali i medici.
Oggi, quindi, i metodi di accertamento della morte possono essere:
- Comuni, basati sulla normale sintomatologia e sul periodo di osservazione del cadavere.
Metodi tipici dei tempi in cui non c’erano esigenze di trapianto e quindi di celerità delle operazioni.
- Precoci, basati sulla osservazione attiva, controllata con i metodi elettrocardiografico o elettroencefalografico, in modo da accertare in tempi più veloci la morte encefalica ai fini di trapianto.
I metodi di accertamento precoci sono, come visto:
- elettrocardiografico, deve essere preceduto dalla rianimazione e il silenzio cardiaco deve protrarsi almeno per 15 minuti.
E’ un metodo indiretto di accertamento, nel senso che non si verifica la concreta non funzionalità dell’encefalo, ma si ritiene correttamente che dopo un arresto cardiaco protratto per più di 15 minuti avvenga la morte encefalica;
- elettroencefalografico, non c’è unanimità tra gli esperti sui tempi in cui, dall’inizio dell’arresto dell’attività cerebrale, il sistema nervoso centrale si distrugge in maniera irreversibile.
I soggetti legittimati ad accertare la morte sono i medici necroscopi.
Per gli accertamenti della morte con metodi precoci sono richieste:
- collegialità dell’organo medico accertante;
- estraneità dei medici componenti tale collegio dalle equipe prelevatici di organi a fini di trapianto;
- unanimità della conclusione di morte encefalica irreversibile;
- motivazione della conclusione.
La regolamentazione in materia non può essere troppo rigida in quanto gli sviluppi della tanatologia sono continui.
Ecco che la disciplina normativa è affidata alla fonte del Decreto Ministeriale, i quali, comunque, non impongono una disciplina chiusa ma impartiscono solo direttive di ordine generale in modo da consentire ai medici spazi discrezionali.

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