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Il ruolo dell’imitazione e identificazione


La capacità di riprodurre un modello non è innata, ma si sviluppa e acquisisce a contatto con ambiente. Secondo Piaget:
-    primi  3 mesi: contagio vocale, quando un osservatore ripete un suono che il bimbo ha appena emesso, egli lo ripete a sua volta
-    3-10 mesi: il bimbo imita in modo sempre più sistematico i gesti e movimenti conosciuti che può collegare a parti visibili del suo corpo (per es. mostrare la lingua)
-    10-12 mesi: anche movimenti non visibili sul proprio corpo
-    12-18 mesi: anche modelli nuovi, prime imitazioni verbali delle parole adulte più inizi dell’imitazione differita (riproduzione di modelli assenti che implicano la rappresentazione: i modelli sono interiorizzati come immagini, perchè in questo periodo affiora la funzione simbolica).

Con l’affermarsi del rapporto oggettuale, primi atteggiamenti imitativi che esprimono l’inizio di una reciprocità da parte del bambino; per es. l’uso del no (si arricchisce con maggiore indipendenza del bimbo), col ripetersi di quest’esperienza il bimbo arriva a capirne il significato. All’inizio sono sentiti come frustrazioni e scatenano pulsioni aggressive = meccanismo di difesa “identificazione con aggressore” di Anna Freud, perchè l’aggressore coincide con oggetto amatocce il bimbo teme di perdere; il bimbo si appropria del gesto no e inizia a usarlo, prima a caso, poi con sua vera funzione di rifiuto; è capace di usare questo gesto contro l’adulto (identificazione).

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