Il sistema giudiziario nella fiction americana

Il SISTEMA GIUDIZIARIO entra nella fiction tv tramite la figura degli avvocati, divisi tra accusa e difesa. La dimensione difensiva è quella che prevale agli inizi, negli anni ’50-‘70 (Perry Mason non perde mai, perché il suo assistito è sempre innocente, e il focus è posto sulla massima fiducia nei confronti del sistema che è infallibile), poi quando le lacune del sistema giudiziario diventano evidenti, l’avvocato diventa un difensore dei diritti civili (Petroccelli difende per la sua dedizione alla giustizia). Dagli anni ’80, la figura dell’avvocato tende a sparire, per poi tonare negli anni ’90, quando la criminalità cresce e diventa emergenza da affrontare (Law and Order, The Practice). Alla fine anche i detenuti riusciranno a diventare i protagonisti della fiction (Oz).

LAW & ORDER (1990): i poliziotti (cui spetta il compito di far rispettare la legge) e i procuratori (cui spetta il compito di ricomporre l’infrazione) sono i soggetti principali e questa divisione viene riflessa dalla struttura di ogni puntata: la prima parte è occupata dal  racconto delle indagini dei poliziotti e la seconda dal racconto dei processi dal punto di vista dei procuratori e dei loro assistenti. Questa divisione in 2 si ritrova anche a livello espressivo: azione e retorica, velocità della città e calma dell’aula giudiziaria. Il protagonista è il reato (di solito casi violenti di omicidio complicati da problemi sociali), rappresentato dal punto di vista dell’accusa (la difesa è il nemico), mentre non viene riservata nessuna attenzione alla psicologia dei personaggi e il lieto fine non è scontato.

THE PRACTICE: gli avvocati svolgono sempre il loro dovere, anche se il cliente è colpevole, e vincono solo perché sono bravi avvocati (servono la Legge, ma non la Giustizia).