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Il verme "annuale" delle Trobriand


Qui la luna svolge un ruolo fondamentale nel calcolo del tempo: il calendario festivo è costruito sui cicli lunari, in base al quale si possono svolgere attività e cerimonie anche di notte se la luna è piena, altrimenti di notte si rimane a casa. Il ciclo lunare inizia con il comparire della luna, che nella prima fase è chiamata "luna acerba", mentre i giorni non hanno denominazione; dal decimo giorno la luna diventa "alta" e ogni giorno ha un nome specifico, con i giorni di luna piena dedicati alle attività festive serali, dove la gente si incontra, danza e si scambiano doni; dal ventiduesimo giorno inizia il periodo della"grande oscurità" e i giorni tornano ad essere anonimi. In ogni ciclo lunare ci sono 29-30 giorni e ogni anno è formato da 12-13 cicli lunari, anche se non ha né un inizio né una fine; alcuni mesi hanno un nome, ma varia di zona in zona, poiché non sono organizzati secondo un calendario astratto, ma determinati dai ritmi dell’agricoltura (è il raccolto a determinare il mese). In un anno tropicale come quello ci sono 12.368 lunazioni, e poiché la maggior parte dei calendari locali prevede 12 cicli lunari, ogni 3 anni si apporta una modifica, portando a 13 i mesi di quell’anno. Per far ciò ci si affida a un anellide marino che depone le uova una volta all’anno sempre nel periodo in cui c’è luna piena a Vakuta, isola dell’arcipelago, e si tiene una festa per celebrare l’evento. Se per caso non c’è il neonato verme, la festa viene rinviata e il mese ripetuto, ritrovandosi ad avere un mese in più e compensando lo sfasamento rispetto alle fasi lunari.

Tratto da IL PRIMO LIBRO DI ANTROPOLOGIA di Elisabetta Pintus
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