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Indirizzi sociologici alla base della non violenza e dell’educazione alla pace


- Homo omini lupus”:  In estrema sintesi secondo questo indirizzo sociologico Hobbesiano l’uomo è un essere animato dal proprio desiderio. Per tale motivo egli deve soddisfare i suoi bisogni. Nel soddisfare le sue necessità egli si trova però ostacolato da altri individui che perseguono scopi simili. Si crea così un contesto competitivo nel quale c’è la necessità di istituzioni super partes per regolare i conflitti. Riconoscere questa componente naturale del naturale del conflitto permette di affrontarlo invece di negarlo.
- L’ALTRUISTA SPERANZOSO: Secondo tale schema un comportamento cooperativo viene adottato solo se il soggetto in cambio si aspetta qualcosa. Secondo lo studioso che lo ideò Robert Trives è un po’ il do ut des dei latini. Questo meccanismo crea delle relazioni sociali funzionali alla sopravvivenza della comunità.
- L’ALTRUISTA EVOLUTIVO: Questa tesi discende direttamente dalle applicazioni matematiche della teoria dei giochi. Nash scoprì che la strategia ottimale nel gioco ripetuto era il “Tit for Tat”. Vale a dire: io coopero con te solo se tu lo fai con me, in caso contrario ti punisco. In tale ambiente la cooperazione avviene in funzione di uno status sociale. E’ ovvio che io collaborerò meglio con un individuo che ha fama di collaboratore. Emergono i concetti di reputazione sociale e di punizione. In sostanza: il comportamento cooperativo è agevolato dalla paura di una punizione (con la conseguente esclusione dalla società alla quale appartengo)
L’altruismo e la cooperazione possono essere studiati seriamente solo in un contesto di relazioni e non di isolamento ( io non penso solo al mio gregge in quanto mio, ma penso al pascolo in quanto appartenente alla comunità della quale sono membro e le cui regole mi garantiscono il sostentamento fisico e psichico). In questo contesto vuole operare l’educazione alla pace: la strategia della non violenza quindi cerca di far collimare la dimensione di soddisfacimento di interessi personali e sopravvivenza con la dimensione collettiva:
Le soluzioni al conflitto che creano relazione sono tanto più efficaci poiché creano un contesto nel quale è possibile agire comportamenti cooperativi che salvaguardano i miei bisogni essenziali (fisiologici, di sicurezza, di appartenenza, di autostima).

Tratto da ANTROPOLOGIA CULTURALE E DELL'EDUCAZIONE di Barbara Reanda
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