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Jerome Frank: l’interpretazione giuridica

JEROME FRANK: L’INTERPRETAZIONE GIURIDICA


Ci sono 3 concezioni fondamentali dell’interpretazione giuridica:
1. formalismo giuridico: c’è un’unica interpretazione corretta del diritto (il diritto è fondamentalmente forma, se di una legge si hanno più interpretazioni solo una di queste sarà giusta). Il buon giurista individua la giusta interpretazione
2. scetticismo giuridico: per ogni disposizione di ogni legge sono possibili infinite interpretazioni (non c’è nessun modo di decidere a priori quale tra queste infinite interpretazioni sia quella giusta, tutte le interpretazioni si equivalgono). A qualunque norma può essere sussunto qualunque comportamento, tramite l’interpretazione (no possibilità di dedurre la condotta del giudice). 
3. posizione intermedia: Hart distingue tra hard cases e easy cases: i casi facili sono quelli nei quali l’interpretazione del diritto è quantomeno condivisa dai giuristi (non ci sono dubbi: in un determinato caso è applicabile solo un diritto), i casi difficili sono quelli per i quali i giuristi, e tutta la società in generale, non hanno ancora deciso quale sia il diritto applicabile. Per es. l’eutanasia è un caso difficile: non si sa quale diritto sia applicabile. Secondo Hart nella maggior parte dei casi ci troviamo davanti a casi facili. Egli usa la metafora del cono di luce: si illumina un piano, la parte sotto la luce è chiara (no dubbi) e sul bordo tra cono di luce ed ombra si trovano gli hard cases. Un caso che oggi è difficile, un domani può essere facile. 

Frank è scettico: qualunque risultato è possibile come conseguenza di un processo. L’idea di codificazione è puro mito, pura illusione: le codificazioni non possono prevedere tutte le possibili relazioni che ci sono tra gli esseri umani. Il diritto è continuamente prodotto e costantemente rivisto dai giudici (non c’è un sovrano). 
Queste idee avranno molto successo soprattutto in relazione all’idea di Derrida. Gli studi degli anni ’70 tendono a decostruire l’idea di diritto per dimostrare come alla fine il diritto non esista, ma esiste solamente il più forte. Il diritto non è altro che il prodotto del più forte (il più forte decide cosa è diritto). Non si parla di forza solo il senso fisico. 

Tratto da FILOSOFIA DEL DIRITTO di Francesca Morandi
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