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Jervis: studio sugli errori di percezione


Jervis ha fatto uno studio sugli errori di percezione e ne sottolinea 3 tipi:
1. non cogliere l’importanza che gli avversari assegnano al raggiungimento di determinati obiettivi da parte di ciascuno di loro
2. errata convinzione che gli altri stati abbiano a disposizione un numero maggiore di alternative rispetto alle politiche che stanno attuando
3. presunzione che il proprio comportamento possa essere più trasparente e comprensibile per gli altri di quanto in effetti sia.

Questi errori di percezione possono essere condotti a 3 fattori:
la sovraconfidenza cognitiva, che porta a sovrastimare il nostro grado di comprensione dell’ambiente in cui ci muoviamo
l’ancoraggio, cioè la tendenza ad assimilare le nuove informazioni ai nostri preesistenti schemi di credenza
la negazione che conduce a rifiutare di percepire e comprendere gli stimoli minacciosi

la sicurezza non è uno scopo come gli altri ma uno scopo-vincolo che deriva dalla natura anarchica del sistema e delle costrizioni che esso impone alle singole unità.
Coloro che si conformano alle pratiche più diffuse e coronate dal successo arrivano più spesso al vertice e hanno più probabilità di restarvi. Il gioco da vincere è definito dalla struttura ed essa determina il tipo di giocatore che ha più probabilità di farcela.
Gli stati possono conoscere o meno la struttura e le regole del gioco, possono avere o no successo ad applicarle, ma non hanno possibilità di scelta di fronte all’enorme potere di condizionamento e regolazione che la struttura opera.

Tratto da RELAZIONI INTERNAZIONALI di Filippo Amelotti
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