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L'autunno caldo

L'autunno caldo


La piattaforma di lotta dell'autunno caldo era stata fissata dall'assemblea unitaria di FIOM, FIM e UILM alla fine del luglio 1969.
Gli obiettivi erano: aumenti orari uguali per tutti i lavoratori (75 lire per ora); riduzione dell'orario settimanale a 40 ore; parità normativa fra operai e impiegati; ampliamento dei diritti sindacali; aggiornamento del livello di straordinario sulla base del nuovo orario di lavoro. Si può notare quanto il tema dell'egualitarismo, spinto dalla base operaia, era importante per le federazioni.
L o scontro prese avvio da una vertenza alla FIAT relativa al passaggio dalla terza alla seconda categoria di alcuni lavoratori. Il contrasto,.riferito inizialmente al numero dei-lavoratori interessati, interessò inizialmente solo alcuni reparti per poi allargarsi all'intera azienda quando la FIAT chiese la messa in cassa integrazione di 30.000 lavoratori. La dura reazione sindacale e l'intervento del governo, costrinsero l'azienda a ritirare i provvedimenti di sospensione.
Immediatamente dopo si aprì la vertenza dei metalmeccanici che proclamarono uno sciopero generale per l'11 settembre che si estese, poi, alla quasi totalità delle federazioni nei settori dell'industria, dell'agricoltura e dei servizi.

Parallelamente a questo sviluppo delle lotte sindacali intraprese dalle Federazioni, si mossero le Confederazioni che in ottobre tennero una conferenza unitaria per la definizione degli obiettivi da sottoporre al governo.
Oggetto della piattaforma interconfederale era la politica per la casa (esproprio aree fabbricabili, blocco dei fitti, equo canone); la riforma fiscale (livello salariale minimo esente); riforma della sanità pubblica (introduzione del servizio sanitario nazionale): il sindacato assumeva uno spessore politico.
Tuttavia sia da parte del PCI sia da parte dei partiti di maggioranza si parlava con spirito critico del pansindacalismo, a dimostrazione della preoccupazione dei partiti per questo nuovo. fenomeno e della loro debolezza nel canalizzare in una iniziativa politica gli impulsi che provenivano dalla società civile.

L'azione sindacale ebbe un passaggio cruciale in occasione dello sciopero nazionale unitario per la casa del 19 novembre '69 cui seguì il 29 lo sciopero dei metalmeccanici per ottenere la chiusura del contratto. Durante il primo dei due scioperi ci furono gravi scontri a Milano nei quali morì l'agente di polizia Antonio Annarumma. Questo evento tragico fu l'inizio di un periodo di tensione che raggiunse il suo culmine con la bomba esplosa il 12 dicembre alla banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana a Milano (durante il governo monocolore Rumor). Questi eventi drammatici e la pressione del governo sull'INTERSIND, accelerarono i tempi per la chiusura dei contratti con l'accettazione della quasi totalità delle richieste dei lavoratori.
La lunga resistenza .degli industriali privati e pubblici non era stata determinata solo dall'onerosità economica dei contratti ma anche dalla convinzione che la conclusione dei contratti non avrebbe garantito il ritorno della pace sindacale in fabbrica: con i nuovi contratti il doppio livello contrattuale non aveva più quella separazione e distinzione netta di competenze in materia salariale avuta in passato e questo lasciava intendere che la conflittualità avrebbe avuto una ripresa a livello decentrato.

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