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L'esigenza di una forte normativa ancorante il metodo aperto di coordinamento


L'esigenza di un più forte e vincolante ancoraggio normativo del metodo aperto di coordinamento viene avvertita anche da chi guarda senza pregiudizi e anzi con tendenziale favore a questo nuovo strumento di governo sociale comunitario.
Il principio di uguaglianza nelle opportunità concrete ed effettive di vita per tutti, su cui poggia un efficace politica "globale" di inclusione sociale, implica la necessità di agire sulla distribuzione iniziale delle risorse degli individui; non solo su quella delle risorse "immateriali" (istruzione, formazione, accesso a servizi reali per l'orientamento professionale e l'impiego, ecc…), ma anche su quella delle risorse materiali ed economiche (abitazione, reddito).
Una politica di inclusione sociale è indissociabile da un obiettivo di redistribuzione ex post delle risorse economiche e non può essere del tutto "indifferente alla disuguaglianza".
Misure preventive di attivazione e interventi passivi di redistribuzione sono componenti congiuntamente indispensabili di una effettiva politica di inclusione sociale.
Nella Carta di Nizza riecheggia in questa logica l'idea di un "minimo europeo".

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