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L'emigrazione italiana degli anni 50/60


Dalla Lombardia, frattanto, si emigra totalmente da Mantova e Cremona, province eminentemente agricole per dirigersi a Milano e nella Lombardia nord – occidentale (Varese, Como, Lecco) e in zone meridionali come San Donato o San Giuliano per la presenza di nuove industrie. In Emilia e Romagna le antiche tradizioni solidaristiche frenano in parte i guasti, come a Ravenna, e il tessuto connettivo maturato in una lunga storia, rafforzato da un socialismo municipale attento ai bisogni collettivi, costituì una risorsa reale.
In Italia centrale l'esodo compare un po' più tardivamente ma con grande rapidità. Se tra il 1951 e il 1964 i mezzadri si dimezzano, vent'anni dopo il sistema mezzadrile sarà completamente scomparso in tutta Italia. Pesa in particolare, nelle aree mezzadrili, un elemento che abbiamo già visto nel Mantovano: lo svuotamento dei poderi e l'abbandono conseguente, specialmente nelle zone dove mancano le più elementari necessità per vivere (acqua, luce, strade, medico) che sono ancora la maggioranza assoluta del territorio rurale. Ovunque, non solo qui, sono i giovani i primi a partire, ma nelle aree mezzadrili l'evento ha un effetto particolare che rende rapidissimo il processo di esodo: rompendosi l'equilibrio familiare sulla base del quale la mezzadria funzionava, si avviavano processi irreversibili; bastava l'emigrazione di uno o due figli per rompere un intero nucleo.
Nel Mezzogiorno la situazione era stata ben descritta già da Danilo Dolci, ma per chi considerasse tale relazione come partigiana, è disponibile pure la relazione del 1961 che Fanfani tenne dopo un viaggio in Calabria per tracciare un bilancio degli investimenti compiuti grazie alla Cassa per il Mezzogiorno e alle legge speciale per la regione: lo sforzo dello Stato è stato enorme ma bisogna domandarsi se i risultati sono adeguati; segnalando poi la mancanza di coordinamento delle iniziative, anche per effetto di pressioni locali e segnalando, pur con notevole faccia tosta, la lentezza esasperante dell'applicazione della legge speciale.

Tratto da STORIA CONTEMPORANEA di Gherardo Fabretti
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