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L’Albania, la I Guerra Mondiale e la Conferenza di pace

L’ascesa di Wied al trono conclude il governo provvisorio di Qemali, che, essendosi opposto è costretto alle dimissioni e all’esilio. La scelta di un principe straniero e protestante è finalizzata ad avere un costante controllo della politica interna albanese e di garantire la stabilità. Tuttavia i sostenitori di Qemali non demordono e i latifondisti appoggiano l’ex ministro Toptani. Wied cede e affida a Toptani due ministeri, affiancati da un gabinetto privato composto da Europei. Inoltre, a governare è anche la Commissione internazionale. L’esistenza di plurimi centri di potere in conflitto determina la paralisi dell’azione governativa. Si conferisce al nuovo stato un forte impianto conservatore, quando sarebbe stato il caso di elaborare scelte più innovative. Non vengono in alcun modo modificati gli equilibri esistenti, dunque non nasce una classe dirigente nuova. I Giovani Turchi fanno propaganda nelle campagne contro Wied. Anche Austria e Italia si dividono, la prima a favore di Wied, la seconda per Toptani.
1° Guerra Mondiale: a minacciare l’Europa sono le nazionalità oppresse, che premono per trasformare il loro status giuridico e politico. L’attentato a Francesco Ferdinando del 28 giugno del ‘14 dà il via alla guerra. Il 23 luglio l’Austria lancia l’ultimatum alla Serbia che, appoggiata dalla Russia, resiste. Il 28 luglio l’Austria dichiara guerra alla Russia, sostenuta invece dalla Francia. La GB interviene dopo l’invasione tedesca del Belgio. L’Austria preme su Wied affinché partecipi, ma egli rifiuta. La ritorsione di Vienna costringe Wied ad abbandonare l’Albania. Toptani rientra in patria, ma intanto i rapporti greco-albanesi peggiorano notevolmente.
Il Patto di Londra (aprile 1915) tra Italia, Francia, GB e Russia sancisce la fine della neutralità italiana, che si assicura Valona e Saseno, e prevede smembramento dell’Albania tranne la regione centrale che sarebbe dovuta divenire stato autonomo; le altre rivendicazioni sarebbero state valutate successivamente dall’Intesa. Ma nel giugno 1915 le truppe serbe occupano l’Albania centrale, il Montenegro Scutari. Toptani cerca appoggi in Europa ma non ottiene molto. La Francia crea la provincia autonoma di Korçe sotto il suo protettorato, l’Austria proclama l’autonomia dell’Albania all’interno della duplice monarchia, l’Italia ne decreta l’indipendenza sotto il suo protettorato Alla fine della guerra in Albania sono presenti serbi, montenegrini, italiani, francesi e greci.
Conferenza di Versailles: inizia nel gennaio del 1919. bisogna riorganizzare l’Europa senza gli Imperi multinazionali, e in modo tale da evitare l’espansionismo tedesco. L’Albania non trova paladini dei propri interessi, anzi si pensa a un suo smembramento per sanare i problemi dell’accesso al mare per la Serbia e le rivendicazioni greche. L’Italia si oppone alle altre potenze sulla creazione di uno stato jugoslavo. Anche l’Albania è contraria, visto che così sarebbe sottoposta alle mire sia italiane che jugoslave. Sonnino proponeva l’indipendenza albanese sotto la tutela italiana, ma questa ipotesi contrastava col Patto di Londra, e GB e Francia si oppongono. Sonnino fa in modo di creare un Consiglio nazionale albanese che rappresenti il paese alla Conferenza, ma la delegazione non viene riconosciuta. La Francia sostiene la Grecia, mentre l’Italia parteggia per l’Albania. La successione di Nitti a Orlando alla Presidenza del consiglio porta un cambiamento. Ora l’Italia chiede un’applicazione rigida del Patto di Londra. Wilson si oppone, così l’Italia procede a un contratto con la Grecia. Ai greci va l’Albania del sud, mentre Valona resta italiana. Non si parla invece del nord. Gli albanesi si sentono traditi dall’Italia, ma d’altro canto non possono che appoggiarsi a lei. Nel ’20 molti albanesi si riuniscono sotto la presidenza di Elbasani e approvano un nuovo Statuto, creano un Senato e proclamano la volontà di ottenere l’indipendenza nazionale. La capitale viene trasferita a Tirana. La Serbia, preoccupata, utilizza contro Elbasani il movimento di Toptani. Elbasani, in difficoltà, è costretto a chiedere aiuto all’Italia, che però non interviene contro Toptani. Questo è vissuto come un ulteriore tradimento. La svolta avviene con l’uccisione di Toptani, e col ritorno di Giolitti, che si dichiara favorevole all’indipendenza albanese. Nel ’20 l’Italia sigla un Trattato in cui s’impegna a tutelare l’indipendenza albanese e a ritirare le truppe dal territorio, compresa Valona. In seguito l’Albania entra nella Società delle Nazioni.
La guerra introduce un principio fondamentale, quello dell’autodeterminazione dei popoli, oltre al concetto di Stato nazione, di redistribuzione della ricchezza, ecc. L’emergere di un nazionalismo irrazionale e la rivoluzione bolscevica aprono in Europa un ventennio d’instabilità che, unita all’impatto della Conferenza di Versailles, condurrà alla 2GM.

Tratto da STORIA DELL'ALBANIA CONTEMPORANEA di Giulia Dakli
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