Skip to content

L’Evangelismo riformato: Johan Tetzel


Entrato nell'ordine domenicano dopo aver compiuto gli studi teologici nella sua città natale, in Sassonia, si distinse subito come brillante predicatore: fu priore del convento di Glogau e dal 1509 inquisitore in Polonia.
Nel 1516 l'arcivescovo di Magonza Alberto di Hohenzollern gli affidò l'incarico di predicare l'indulgenza bandita da papa Leone X per finanziare il rifacimento della basilica romana di San Pietro: metà del denaro raccolto sarebbe servita all'arcivescovo per saldare il debito che aveva contratto con i Fugger per pagare alla Sede Apostolica la dispensa dal divieto del cumulo dei benefici ecclesiastici (l'Hohenzollern era infatti già arcivescovo di Magdeburgo e di Halberstadt).
Tetzel sostenne la dottrina secondo cui, per l'acquisto dell'indulgenza a favore dei defunti, fosse sufficiente l'offerta in danaro, a prescindere dal pentimento dei peccati (riassunta nella frase "appena una moneta gettata nella cassetta delle elemosine tintinna, un'anima se ne vola via dal Purgatorio"), e che l'indulgenza fosse applicabile infallibilmente all'anima designata: tale idea suscitò grande indignazione e spinse Martin Lutero a comporre la sue 95 tesi (che sostenevano la gratuità della Grazia divina e l'impossibilità per l'uomo di cooperare alla propria salvezza) e ad inviarle ad Alberto di Hohenzollern.
Il domenicano gli oppose 122 antitesi (redatte da Konrad Wimpina, decano della facoltà di filosofia di Lipsia), alle quali Lutero ribatté con un sermone sulla Grazia e l'indulgenza che venne stampato e conobbe un'ampia diffusione. Tetzell riprese lo studio della teologia presso l'università di Francoforte sull'Oder e compose una dissertazione e 50 tesi che contrappose a Lutero.
Ne “Una predica sulle indulgenze” (1517) esorta gli uomini a salvare le proprie anime e quelle dei propri defunti. Invita loro a entrare in San Pietro. Dice che tutti coloro che si sono confessati avranno la remissione dei loro peccati. Non volete ottenere per un quarto di fiorino queste lettere di indulgenza con cui potete fare entrare un’anima divina e immortale nel paradiso che è la sua patria? Praticamente pagando, si va in paradiso e i morti lasciano il purgatorio.

Tratto da LA NUOVA SPIRITUALITÀ DELL'ETÀ MODERNA di Filippo Amelotti
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo appunto in versione integrale.