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L’approccio contemporaneo


Il primo approccio contemporaneo allo studio delle relazioni internazionali nasce nel periodo infrabellico, dopo il 1919 ed è l’idealismo. Alimentato dalla grande ondata pacifista che avrebbe condotto agli esperimenti di sicurezza collettiva incarnata dall’inedita istituzione internazionale del dopoguerra, la Società delle nazioni, ai primi accordi collettivi di riduzione concordata degli armamenti, all’adozione di politiche estere dirette a evitare una nuova guerra, l’idealismo procurò alla disciplina un programma rivoluzionario e paradossale: quello di liberare la politica internazionale da quelle che erano state considerate le sue caratteristiche distintive e ineliminabili: l’anarchia e la guerra. L’idealismo ricavò la propria caratteristica eziologica della guerra, fondata su almeno 3 fattori in combinazione tra loro e aperta su altrettante prescrizioni di natura politica e istituzionale:

  1. che la causa della guerra fossero la frammentazione e i particolarismi propri delle relazioni politiche e internazionali, in opposizione all’infittirsi delle interdipendenze economiche e commerciali tra una pluralità di attori anche diversi dagli stati
  2. che la causa della guerra fossero la struttura anarchica della politica internazionale e l’incentivo che ne derivava a concepire la sicurezza nazionale come un gioco a somma zero, incarnate dalla prassi dell’equilibrio di potenza e dal suo strumento, la diplomazia segreta, ai quali avrebbero dovuto essere opposti i nuovi meccanismi della sicurezza collettiva, l’istituzione della Società delle Nazioni e la creazione di un governo mondiale.
  3. che invece della struttura anarchica della vita internazionale, la causa della guerra risiedesse nella natura bellogena di alcuni stati, a cui si sarebbe potuto rimediare con la trasformazione di tutti gli stati in senso democratico e liberale.

Tratto da RELAZIONI INTERNAZIONALI di Filippo Amelotti
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