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L’approccio psicoeducativo alla schizofrenia


Da Freud in poi il ruolo cruciale svolto dalla famiglia nello sviluppo della personalità umana e dei disturbi mentali è stato oggetto dell’attenzione degli psichiatri. La famiglia è stata identificata il più delle volte solo come ambiente patogeno.
Nessuno studio ha potuto sinora dimostrare in maniera convincente l’esistenza di anomalie negli schemi comunicazionali delle famiglia di schizofrenici e nessuna ricerca ha stabilito se questi pattern anomali riferiti alle famiglie di schizofrenici siano la causa o l’effetto di anomalie psicologiche nel membro psicotico della famiglia.
Negli ultimi anni si è assistito ad un rinnovato interesse per la relazione tra il ruolo svolto dalla famiglia ed i disturbi psichici. Ciò è stato determinato innanzitutto dal fatto che, con l’attuale modello di assistenza psichiatrica, i pazienti, dopo brevi periodi di ospedalizzazione, tornano a vivere in famiglia e i familiari sono chiamati a far fronte alla loro assistenza, soprattutto nella gestione dei comportamenti più disturbati.
Alcune caratteristiche del clima familiare, definite con l’indice di Emozione Espressa (EE), possono influenzare il decorso della schizofrenia. Gli schizofrenici che vivono con familiari critici o intrusivi nei loro confronti presentano un tasso di recidive molto più alto rispetto a quelli che vivono con familiari meno ostili ed invadenti.
I familiari meno critici e meno ipercoinvolti esercitano un effetto terapeutico positivo sul paziente schizofrenico, poiché la loro presenza conduce a una diminuzione del livello di stimolazione del paziente, mentre è vero il contrario per i familiari maggiormente stressanti. Anche altre forme di stress, presenti nella vita degli schizofrenici, possono innescare recidive ed influenzare il decorso della malattia.
Stress di vario tipo giocano un ruolo nell’innescare la psicosi in coloro che sono già vulnerabili e nel condizionare il decorso della malattia già manifesta.
La possibilità di influire con opportune misure terapeutiche sullo stressor più continuo e pregnante per il paziente, quale il clima familiare ha dato luogo a studi per identificare i fattori causali delle risposte di alta EE su cui poter agire.
Alti livelli di EE sono associati a difficoltà di coping nei confronti di situazioni stressanti nell’ambiente familiare e particolarmente quelle associate ai disturbi comportamentali del paziente.
Nel trattamento dei disturbi schizofrenici sono stati sviluppati programmi di intervento psicosociale a lungo termine che includono sempre una prima fase di educazione familiare.
Tali programmi di intervento si differenziano tra loro per diversi aspetti: presenza o meno del paziente nel setting educativo, numero delle sedute, inizio del programma quando il paziente è in fase acuta in ospedale, sede del setting ambulatoriale o familiare, coinvolgimento di un solo nucleo familiare o di più famiglie, quantità di informazioni da trasmettere.

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