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L’emporio delle ciambelle in California gestito da cambogiani



Negli ultimi anni la California ha assistito all’aumento inarrestabile del numero di negozi di ciambelle gestiti da cambogiani.
Nell’area della baia di San Francisco c’erano negli anni Novanta centoventi negozi di ciambelle gestiti da cambogiani-americani. Molti hanno sottolineato che si trattava di un’attività in qualche modo ideale per i nuovi arrivati: per impastare, infatti, non serviva avere una grande conoscenza dell’inglese. Il lavoro richiedeva soltanto molta fatica e la disponibilità a lavorare a ore inusuali e ad accettare di fare l’apprendistato a stipendio ridotto o del tutto gratuitamente.
I negozi si basavano sul lavoro familiare sottopagato o del tutto non pagato.

Dopo aver imparato a gestire negozi di ciambelle, molte famiglie cambogiane volevano sperimentare altri tipi di imprese a conduzione familiare: gestire pompe di benzina, vendere hamburger o aprire ristoranti di cucina cambogiana. Tuttavia, i negozi di ciambelle offrivano opportunità migliori rispetto ai ristoranti, poiché questi ultimi richiedevano più personale.

Professioni assistenziali
La maggior parte dei cambogiani-americani non poteva permettersi il lusso di rischiare granché e, come altre comunità di minoranze e di immigrati poveri, dipendeva ancora da una serie di professioni assistenziali per tradurre i propri bisogni e soddisfare i propri desideri. La richiesta di servizi sociali ha fornito a un piccolo gruppo di immigrati del Sudest asiatico — che lavoravano come interpreti e mediatori nelle scuole, negli ospedali e negli uffici governativi — l’opportunità di accedere al ceto medio.

Tratto da DA RIFUGIATI A CITTADINI di Anna Bosetti
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