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La biografia anonima di Leon Battista Alberti


Si è supposto che essa provenga dalla penna di un suo stretto amico. Le notizie sulle sue particolari disposizioni d'animo, sulle sue lotte interiori, sulla sua melanconia primaverile, sulle sovreccitazioni nervose da cui spesso era turbato, descritto come indefesso nelle sue lontane aspirazioni ma non del tutto immune dalla posa e dalla maniera, non potrebbero far pensare altrimenti.
Questa Vita di Leon Battista Alberti parla poco della sua produzione artistica e tace della sua attività architettonica ma fa osservazioni comunque importanti, ad esempio quando racconta che negli anni giovanili, gravemente leso nel sistema nervoso per il soverchio studio, pur dimenticando tutti i luoghi che lo circondavano, rimaneva in lui sicura ed acuta la memoria delle cose viste, testimonianza della sua non comune capacità visuale. È una biografia che tenta di dare un sunto generale del carattere complessivo dell'uomo, puntando molto sulla sua persona intima e, di riflesso, su quella artistica, ad esempio quando parla del suo forte senso della bellezza, che spesso riecheggiava nelle descrizioni di paesaggi che inseriva nel suo libro dell'architettura.

Tratto da STORIA DELLA CRITICA D'ARTE di Gherardo Fabretti
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