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La capannuccia su zampe di gallina

La capannuccia su zampe di gallina

In alcuni racconti di fate la capannuccia volteggia, cioè ruota intorno al suo asse. Questa rappresentazione deriva da un’interpretazione inesatta della parole “si rigira”.
Il donatore del mezzo magico sta a guardia dell’ingresso  al regni della morte. L’eroe non è un morto ma un uomo vivo oppure uno sciamano desideroso di penetrare nel regno dei morti.
Nei racconti in cui il protagonista è una donna la capannuccia  presenta alcune particolarità : prima di recarsi dalla maga la fanciulla va a trovare la zia che la avverte di quello che troverà nella capanna e le insegna come si dovrà comportare.
Ci sono due aspetti nella capanna:
Le parti della casa rappresentano animali
Le parti della casa ognuna ha il suo nome => per entrare nella capanna l’eroe deve conoscere la parola, esistono materiali che dimostrano che deve conoscere il nome. Es: fiaba di Ali-Babà. La magia era un mezzo dato al defunto  come viatico, essa gli apriva le porte delle dimore dell’aldilà e assicurava la sua esistenza nell’oltretomba. A questo rito della denominazione si attribuiva un significato  speciale. Negli stadi primitivi la capannuccia era l’ingresso al regno dei morti e che l’eroe pronuncia la parola magica che gli da adito all’altro mondo oppure compie dei sacrifici.
Il rito dell’iniziazione è nato nei clan e riflette interessi e rappresentazioni  inerenti alla caccia.

I morti non hanno odore perché sono incorporei invece i vivi hanno un odore per cui i morti riconoscono i vivi dal loro odore. I  morti provano timore e spavento davanti ai vivi quindi nessun vivente deve varcare la soglia arcaica.

Essa gli diede da bere e da mangiare --> l’offerta di cibo si trova sempre menzionata non solo negli incontri con la maga ma anche con altri  personaggi ad essa equivalenti. Questa è una caratteristica tipica della maga, essa dà da mangiare all’eroe.
Il cibo ha un significato speciale -> gli indiani nord-americani  offrivano cibo all’uomo desideroso di penetrare nel regno dei morti. Partecipando al pasto destinato ai morti il nuovo venuto entra a far parte definitivamente del mondo dei morti, da qui deriva il divieto dei vivi di toccare quel pasto.

La gamba ossea --> l’immagine della maga è formata da una serie di particolarità, si presenta sotto due aspetti: si trova già nella capanna o arriva volando. Ad essa è sempre inerente l’attributo della decomposizione : schiena incavata, carni flaccide, ossa fragili …
La parte della maga nella capannina è sostenuta da un caprone.
La maga è legata con l’immagine della morte, il piede animalesco viene sostituito con un piede osseo, quindi il piede di un morto o di uno scheletro.

Tratto da LE RADICI STORICHE DEI RACCONTI DI FATE di Selma Aslaoui
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