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La fruizione dello spazio pubblico


Perde valore la dimensione collettiva, accessibile a tutti, l’esterno, come spazio pubblico di vita e di rappresentazione. La città contemporanea tende a rinchiudersi nello spazio circoscritto degli interni.
* La banalizzazione delle realtà urbane. Le tecniche di costruzione tendono sempre meno a riflettere la cultura locale, la tradizione del posto, rispondendo maggiormente alle esigenze della modernità, dell’efficientismo, della moda, della convenienza, etc.
* L’anima della città. Oggi le reti di relazione tra le persone non si sviluppano più per le piazze e strade, (la strada del passato era un teatro spontaneo) ma grazie a linee telefoniche, a messaggi postali, ed immagini teletrasmesse a terminali informatici.
* La città muta. Perde i suoi punti di riferimento importanti per riconoscersi, orientarsi. E’ una citta “muta”, che non parla. Non comunica. La strada non è più un palcoscenico ma semplicemente un percorso. E’ il ponte tra il punto di partenza e quello di arrivo.
* Funzione del centro antico. I centri antichi consentono di riconoscere la continuità con il passato. In alcuni casi la continuità è dovuta alla presenza di un monumento. La monumentalità ripropone una comunicazione tra chi l’ha prodotta in un tempo passato e chi la percepisce oggi; favorisce inoltre nell’individuo la sensazione di fare parte di una continuità generazionale e valorizza il tempo presente e con esso l’identità collettiva.
* L’indebolimento della qualità simbolica. Nelle città sembrano scolorirsi la carica simbolica, le pratiche sociali, la comunità, la loro domanda d’identità e di futuro. (ciò provoca il vandalismo urbano)
* La città degli uomini. Le città spingono verso la più individualizzata vita personale: anonimato, contatti superficiali, indifferenza, etc. Tutto ciò favorisce l’indebolimento del senso della comunità e la perdita dell’identità del cittadino, e può contribuire a mantenere basso il livello di legalità.
* La frammentazione degli spazi. Vi sono spazi residenziali, per la cultura, per il lavoro, il divertimento, il consumo, etc. che possono collocarsi anche in aree molto lontane tra loro seppure connesse dalla rete dei trasporti e delle comunicazioni.
* Eliminazione della differenza tra luoghi. Defisicizzazione e delocalizzazione progressiva dell’ambiente. Poca importanza del rapporto tra corpi e luoghi. Tutto ciò educa a concepire il mondo non come un insieme di luoghi differenti, ma come un insieme di occasioni simili distribuite su un ampio raggio. Questo riduce ogni “lavoro di ambientamento”. Ogni transfer emotivo sul proprio ambiente è inutile e superato. (l’ambiente non va sentito, va fruito). Le catene di negozi e locali mantengono il proprio look identico in qualunque luogo del globo.
* Il carattere schizoide. Personalità caratterizzata da forte oscillazione tra l’indifferenza e l’irritazione improvvisa, l’aggressività. La personalità urbana è soggetta agli effetti schizoidi provocati dalla molteplicità dei ruoli che ciascun abitante deve coprire nella vita di relazione e nell’organizzazione complessa di un sistema urbano plurifunzionale.
Il transfer di Gruen è il termine che individua una sorta di anomia provocata dall’ambiente del grande centro commerciale, dall’organizzazione dei suoi spazi interni e dalla sue forme espositive. (si stima che almeno il 90% delle transazioni che hanno luogo nei centri commerciali riguardi beni di consumo che il cliente non ha mai pensato di acquistare, ma che compra dopo essere soggiogato dal transfert di Gruen)
Il sé del soggetto non appare più come un’entità unitaria, ma come un sé plurale. E’ frammentato.
Infine per l’uomo moderno, in antitesi con l’uomo primitivo,  la natura è un “oggetto” su cui lavorare, da espropriare e utilizzare senza rispetto (forme di inquinamento).

Tratto da MANUALE DI SOCIOLOGIA di Alessia Chiovaro
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