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La guerra di successione spagnola 1702-14


La morte senza eredi di Carlo II di Spagna nel 1700 rendeva incerta la titolarità dei possessi degli Asburgo di Spagna. I pretendenti al trono erano: Luigi XIV, marito di un’infanta di Spagna che formalmente aveva rinunciato a ogni diritto di successione al trono dei re cattolici per se e per i suoi discendenti; l’imperatore Leopoldo I d’Asburgo che aveva spostato la sorella di Carlo II Margherita; Vittorio Amedeo II di Savoia, figlio di una principessa spagnola. Ma alla lettura del testamento di Carlo II si scoprì che era designato erede universale Filippo d’Angiò, nipote di Luigi XIV che avrebbe assunto il nome di Filippo V. una clausola del testamento vietava a Filippo di unire la corona di Spagna con quella di Francia. Il rischio che potesse costituirsi in Europa un’egemonia franco spagnola era concreto. Cadevano gli accordi stipulati da Francia e Austria fin dal 1668. L’Europa era posta davanti a una minaccia che poteva trasformarsi in realtà: i borboni regnanti di qua e di là dei Pirenei; Luigi XIV quasi monarca universale.
A prendere l’iniziativa per la formazione dello schieramento antifrancese fu l’Inghilterra, preoccupata che la Francia potesse impadronirsi del ricco mercato delle indie spagnole. Tra il 1701-2 si siglarono 2 patti: il primo tra Ighilterra e Olanda e il secondo tra Inghilterra e Austria. Nella coalizione anglo-austro-olandese entrarono anche il Palatinato, l’Hannover e la Prussia. Sul fronte opposto Luigi XIV riusci a far aderire al blocco franco-spagnolo il duca di Savoia, il re del Portogallo, gli elettori di Colonia e Baviera. Un conflitto di vaste proporzioni scoppiò il 16 maggio del 1702. Nella prima fase della guerra fu evidente la superiorità terrestre della Francia ma la superiorità della flotta angloolandese, la difficoltà della Francia a tener testa agli eserciti nemici, sui molti fronti di guerra, la defezione del Portogallo e del Piemonte Sabaudo dal blocco franco spagnolo (1703) impressero una svolta decisiva alle sorti della guerra. I destini del sistema, del suo equilibrio, si giocavano sul Reno, nell’Europa centrale, nel Belgio ma anche in Italia. Qui Vittorio Amedeo II di Savoia capì che il suo stato, stretto tra i Borbone di Parigi al di la delle Alpi e i Borbone di Spagna nella Lombardia, avrebbe avuto una vita precaria e operò il voltafaccia nel 1703 passando al blocco antifrancese. Nella battaglia di Torino (1706) i francesi furono costretti ad abbandonare il Piemonte e ad oltrepassare le Alpi: merito di Vittorio Amedeo II e di suo cugino Eugenio di Savoia comandante delle truppe austriache che occupava anche Mantova e Milano.
Gli austriaci riportavano i successi militari più importanti. Nel 1706 l’arciduca Carlo d’Asburgo figlio dell’imperatore Leopoldo entrava a Madrid ma ne era ricacciato. Nel 1707 le truppe austriache entravano a Napoli: finiva dopo oltre 2 secoli la dominazione spagnola nel regno di Napoli. Gli austriaci vi sarebbero rimasti sino al 1734. Tra il 1708 e il 1709 inglesi e austriaci sconfiggevano i francesi nel Belgio. il regno di Luigi XIV era attraversato dal malcontento: una terribile carestia; l’aumento del prelievo fiscale; sommosse e rivolte nelle campagne; opposizione dei ceti mercantili alla politica concertista; opposizione di vasti gruppi alla politica bellicista di Luigi XIV. A salvare il paese furono il prestigio del re e dell’istituzione monarchica che mobilitò i sudditi per difendere l’indipendenza francese e la morte nel 1711 dell’imperatore Giuseppe I d’Asburgo. Il fratello Carlo saliva sul trono con il nome di Carlo VI. Iniziarono le trattative di pace che si conclusero a Utrecht nel 1713 e Rastadt (1714). La vera vincitrice del conflitto fu l’Inghilterra. Conquistò possedimenti nell’America settentrionale a spese della Francia e nel Mediterraneo a spese della Spagna, Gibilterra e Minorca. Filippo V fu riconosciuto re di Spagna ma dovette rinunciare a rivendicare diritti sul trono francese. La Francia oltre a perdere a favore dell’Inghilterra territori nell’America del nord e a limitare le sue prospettive di espansione commerciale nel nuovo mondo, rinunciò ogni pretesa sulla Spagna. All’Austria fu attribuito il Belgio spagnolo. Cambiò la geografia politica dell’Italia: il regno di Napoli, il ducato di Milano, la Sardegna e lo stato dei Presidi passarono dalla Spagna all’Austria. Vittorio Amedeo II di Savoia ottenne ingrandimenti territoriali in Piemonte e in Regno di Sicilia. L’elettore del Brandeburgo Federico venne riconosciuto re di Prussia e ottenne ingrandimenti territoriali nella renana. Alla fine della guerra di successione spagnola furono poste le premesse per un nuovo equilibrio italiano: Austria e Piemonte sabaudo ne divennero i soggetti principali. Si applicò il metodo delle barriere: stati cuscinetto come il Belgio, tra Francia e Olanda e lo stato Sabaudo tra Francia e Austria avrebbero dovuto prevenire eventuali conflitti ma gli interessi delle potenze non erano stati affatto soddisfatti. I perdenti, Francia e Spagna avevano motivi di conflittualità tra di loro che presto si sarebbero trasformati in aperta ostilità. La Spagna avrebbe cercato di recuperare i domini perduti in Italia a spese dell’Austria. All’Austria era sfuggito il regno di Sicilia.

Tratto da LE VIE DELLA MODERNITÀ di Filippo Amelotti
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