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La militanza: dall’agit-prop al videoattivista


Nella turbopolitica il militante politico non c’è.
La partecipazione alla scena pubblica è connessa al ruolo svolto dai mass media; con il partito di massa il militante svolgeva una funzione essenziale in quanto rappresentava l’intermediario tra l’organizzazione e la società comunicando e diffondendo le idee del partito.
La maggior parte delle persone che oggi partecipano alle manifestazioni pubbliche non hanno nulla in comune con il militante  perché il partito moderno non ha più bisogno di questa figura.
Oggi vi è una partecipazione diffusa comune non solo ai membri delle organizzazioni politiche, ma anche del volontariato, dell’ambientalismo e dell’associazionismo in genere.
La partecipazione e il coinvolgimento alla vita pubblica e alla politica non sono scomparse, esistono ancora le manifestazioni di piazza, nascono nuovi partiti, ma la partecipazione alla politica ha subito un profondo cambiamento.
Esistono nuove forme di partecipazione, mentre alcune si sono adeguate alla nuova scena mediale e al ruolo assunto dagli strumenti di comunicazione.
Un cambiamento è ad esempio segnato dalla polemica sorta nel 2004 in cui Berlusconi annunciò di voler utilizzare per la campagna elettorale per le elezioni europee promotori azzurri stipendiati e fu criticato da Prodi che si serviva di volontari del centro-sinistra, uno scontro dunque tra due modi di vedere la politica: uno moderno guidato dal marketing proposto da Berlusconi e uno volontario e animato da ideali di Prodi.
Oggi le qualità del moderno attivista non sono la preparazione politica, la disciplina ideologica o l’abilità nel mobilitare e cominciare, ma la capacità di rendersi visibili dal sistema dell’informazione.

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