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La percezione del rischio


Capacità di prevedere e sfuggire le situazioni pericolose, capacità di apprendere dall’esperienza: maggioranza dei soggetti ha una propria intuitiva percezione del pericolo che si accompagna all’esporsi o meno a una situazione.
Alcuni ricercatori hanno studiato con tecniche psicometriche la percezione del rischio come +/- elevata; alcuni gruppi di persone mostrano una grave avversione per determinati rischi e una relativa indifferenza per altri che possono essere diversi da opinioni degli esperti (giudicano i rischi secondo le stime tecniche dei danni). Il soggetto giudica il rischio anche attraverso altre categorie: per es. suo potenziale catastrofico (incidenti di grandi dimensioni) più molte caratteristiche qualitative del rischio possono aumentare la distanza tra accettazione del rischio (modo in cui è vissuto) e sua accettabilità (gravità oggettiva). Per es. il  fatto che  l’eventuale danno sia collocato in un lontano futuro rende minore l’impatto emotivo del rischio (per es. fumo).
Soddisfazione del meccanismo di bilanciamento del rischio e beneficio che consegue nel correrlo: soggetti disposti a correre rischi alti se bilanciati ad alti benefici.
Volontarietà dell’esposizione: si accetta di più il rischio quando è affrontato volontariamente (sottostima delle conseguenze derivanti dalla guida dei veicoli invece l’apertura di impianti industriali si colloca a livello di massima non accettazione perché percepiti come totalmente estranei alla volontà dell’individuo).


                                                                    
La percezione della gravità del rischio appare legata a posizione che esso assume nell’interazione tra i 2 assi.
Gli operatori a supporto della popolazione non possono ignorare questi meccanismi di costruzione della percezione della gravità del rischio. Presentare le stime quantitative del rischio in termini di mortalità, disabilità provocata è principale mezzo con cui si interviene nei progetti di educazione sanitaria per indurre le modifiche di comportamenti negativi, ma è solo una delle dimensioni dell’accettazione del rischio.

Tratto da EDUCAZIONE SANITARIA di Antonella Bastone
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