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La politica economica dovrebbe essere discrezionale o regolamentata?


La politica economica è vincolata da regole, se si stabilisce anticipatamente in che modo reagirà a diverse situazioni, e i suoi responsabili sono vincolati a questa linea di condotta.
La politica economica è discrezionale se governo e BC sono liberi di reagire agli eventi come ritengono più opportuno, scegliendo di volta in volta la linea di condotta più appropriata
La discussione su discrezionalità o regole è distinta da quella tra ruolo attivo e passivo: una politica regolamentata può essere sia attiva che passiva.

La sfiducia nei politici e nel processo politico. L’opportunismo, in politica economica, si rivela quando gli obiettivi dei governanti sono in contraddizione con il benessere della collettività. La manipolazione dell’economia ai fini elettorali è detta ciclo economico politico. La sfiducia nel processo politico ha spinto alcuni economisti a reclamare la sottrazione dell’economia dalla sfera di influenza della politica.

L’incoerenza temporale degli interventi discrezionali. In alcune situazioni i responsabili della politica economica potrebbero annunciare in anticipo interventi che intendono adottare, in modo da influenzare le aspettative degli individui, ma dopo che questi hanno preso decisioni, i responsabili della politica economica potrebbero essere tentati di disattendere i propri impegni. Nel momento in cui gli individui si rendono conto di ciò, perdono fiducia nelle dichiarazioni dei politici. In tale situazione per rendere credibile il proprio impegno i responsabili della politica economica potrebbero preferire affidarsi a regole vincolanti

Le regole per la politica monetaria. Tre regole sostenute da altrettanti gruppi di economisti:
I monetaristi (il più celebre è Milton Friedman), sostengono che la BC dovrebbero mantenere costante il tasso di crescita dell’offerta di moneta. Essi credono che le fluttuazioni dell’offerta di moneta siano responsabili delle più marcate fluttuazioni dell’economia e affermano che una crescita lenta e costante dell’offerta di moneta porterebbe alla stabilità della produzione, dell’occupazione e dei prezzi. Molti economisti ritengono che questa non sia la migliore regola possibile: una crescita costante dell’offerta di moneta stabilizza l’economia solo a condizione che la velocità di circolazione della moneta sia costante; ma a volte l’economia subisce shock (come spostamenti della domanda i moneta) che provocano instabilità della velocità di circolazione. La maggior parte degli economisti ritiene che una regola debba permettere all’offerta di moneta di adeguarsi ai diversi shock che l’economia può subire.

La 2° regola (sostenuta da altri economisti) consiste nel porsi come obiettivo un certo livello del PIL nominale:
Se il PIL nominale supera quello prefissato come obiettivo, la BC riduce la crescita monetaria per rallentare la domanda aggregata; Se rimane al di sotto del livello prefissato, la BC aumenta la crescita monetaria per stimolare la domanda aggregata.
Dal momento che il livello prefissato di PIL nominale permette alla politica monetaria di adeguarsi alle variazioni della velocità di circolazione della moneta, la maggior pare degli economisti ritiene che questo, rispetto alla regola monetarista, possa produrre una maggiore stabilità del prodotto aggregato e dei prezzi.

La 3°, che trova molti sostenitori, è la definizione di un obiettivo per il tasso di inflazione. La BC dichiara il proprio obiettivo di inflazione (solitamente un tasso estremamente contenuto) e adegua l’offerta di moneta nel caso in cui l’inflazione effettiva si discosti dal tasso obiettivo. Come l’obiettivo del PIL nominale, l’obiettivo di inflazione isola l’economia dalle variazioni della velocità di circolazione della moneta; inoltre ha il vantaggio politico di essere facilmente comprensibile per il grande pubblico.
Si noti che queste regole di politica monetaria sono espresse in termini di variabili nominali: l’offerta di moneta, il PIL nominale e il livello dei prezzi.

Tratto da MACROECONOMIA di Alessia Chiovaro
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