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La propaganda audiovisiva


Il compito degli audiovisivi è di persuadere, ma la forza del cinema non è usata dai partiti per sedurre ma perché può concretizzare paure e ammonimenti; per il Pci la propaganda audiovisiva è efficace se propone una rappresentazione realistica della realtà e quindi produce documentari, gli avversari ricorrono alla commedia e alla satira che portano a parodie, recite, sketch con orchi rossi e comunisti disonesti.
Negli stati Uniti già da tempo sono adottati questi strumenti e durante le campagne elettorali i partiti realizzano show con star, trasmettono spot che hanno il linguaggio pubblicitario. I cittadini che compaiono nella serie “Eisenhower answer America” sono attori che pongono domande preparate al candidato, questi spot e le “pillole di Ike” portano il candidato alla Presidenza degli Stati Uniti. 
Anche in Italia le storie inventate e recitate risultano essere più efficaci per un pubblico abituato alla narrativa popolare, però dalla finzione non si deve giungere ad una falsificazione della realtà come avviene per la Mostra dell’aldilà organizzata nel 1953 dalla Dc per denunciare le condizioni di vita nei Paesi del socialismo e fra le persone ritratte nei pannelli vengono riconosciute delle comparse.
La contro campagna comunista attacca la Dc afferma che se le foto sono false lo è anche chi le mostra, sbugiardando il partito avversario pubblicamente.
Il Pci con le sue rappresentazioni realistiche caratterizzerà per molto tempo la produzione cinematografica del partito, ma dopo la disfatta del 1948 ci sarà una revisione delle strategie comunicative e cambia così il tono della propaganda, un segnale è la pubblicazione nel 1952 del manifesto “Settimo non rubare”, un attacco contro il malgoverno democristiano. Ma la campagna del Pci più famosa è quella del 1953 contro la legge truffa a cui si aggiunge l’invenzione linguistica  e visiva dei forchettoni che attinge al linguaggio della pubblicità riprendendo un’immagine della ditta Valsoldo in cui Turati assiste alla crocifissione di Mussolini impugnando una forchetta con su scritto “internazionale socialista”.

Quindi i due maggior partiti si scontrano in una gara persuasoria finchè comprendono che bisogna cambiar registro e tono.

I primi segnali si manifestano a partire dagli anni ’60 dove l’elettore non è più considerato bersaglio passivo.
In questo periodo nuovi stili di vita e modelli culturali e di consumo stanno cambiando l’Italia e il tono persuasorio non funziona più; si afferma un diverso tono che si adegua alle esigenze e caratteristiche degli elettori, per cui la Dc nel 1958 ricorrerà ad annunci a pagamento sui quotidiani.
I partiti denunciano una stanchezza dell’elettorato oppresso dalle attenzioni propagandistiche e sono consapevoli dell’esistenza di un tipo di elettore che tende a respingere qualsiasi tentativo di convincimento.
Bisogna quindi dotarsi di strumenti che aggancino l’elettorato, ma l’idea di una comunicazione costruita su esigenze e gusti del destinatario è ancora lontana però si inizia a comprendere che il destinatario non è passivo.
Nel 1963 la Sezione stampa del Pci crea due nuove strutture per la comunicazione: l’Unitelefilm e Oggi in Italia. La prima è una società si produzione e distribuzione cinematografica che deve garantire la circolazione di film sovietici e realizzati dal partito; la seconda è una stazione radiofonica che da Radio Praga trasmette sul territorio italiano. Sempre di questo periodo è la creazione di un’agenzia di stampa, la Parcomit che fornisce notizie ai principali quotidiani e organi d’informazione ed è un tentativo per gestire direttamente le notizie riguardanti il partito.
Il Pci ricerca nuove forme e nuovi modi per entrare in contatto con gli elettori, ma continua a rimanere un pedagogismo che individuava nella propaganda non un atto di persuasione, ma un’azione di convincimento profonda e duratura; secondo Albe Steiner ossia l’ideatore dello stile grafico del Pci il cartellonista non si deve adeguare al livello esistente, ma deve cercare di elevarlo arricchendo il campo delle conoscenze; la pubblicità può basarsi sull’impressione, ma la propaganda deve indurre alla riflessione suscitando l’interesse per uno specifico argomento e controbattendo la propaganda avversaria.
L’idea di utilizzare per un partito tecniche e strumenti della comunicazione pubblicitaria non viene accettata a sinistra.
Nel 1963 l’elettore viene maggiormente considerato e la Dc consulta il motivazionali sta austriaco Ernest Dichter il quale sosteneva che quello era il periodo della psicologia e che la vera lotta è quella per il possesso delle menti degli uomini.
Secondo queste ricerche nell’inconscio dell’italiano medio la Dc era una madre appesantita dagli anni e quindi nella campagna elettorale i democristiane cercarono di cancellare l’immagine della matrona di Guareschi con una giovane fanciulla accompagnata dallo slogan “La Dc ha vent’anni”.
Questi sono i primi passaggi dalle tecniche di persuasione a quelle di seduzione; ma la Dc subisce un calo elettorale del 4% che porta il partito a non aprirsi a nuovi strumenti di analisi e tecniche di comunicazione.
Ma il cambiamento di tono c’è e questo è confermato dal fatto che la Dc utilizza per alcuni filmati propagandistici personaggi noti come nel 1964 Domenico Modugno che in Teatro quindici .Prova Modugno, racconta una barzelletta antisovietica prima di cantare Libero.
Anche nel partito Msi si registrano cambiamenti infatti Ernesto Brivio candidato nel 1962 al Consiglio comunale di Roma mette in atto una campagna imponente e originale.

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