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La rappresentazione del mondo secondo l'antropologia moderna

In un mondo dove il fattore del movimento ed il traffico delle culture risultano essere i principali agenti responsabili della formazione di nuovi panorami etnici, la visione del mondo come di qualcosa di frammentato in "culture", "società", "tribù", "etnie", che per tanto tempo ha fatto da sfondo al discorso dell'antropologia, appare oggi sorpassata in quanto largamente inutilizzabile. Questa immagine è stata sostituita da una rappresentazione del mondo come ecumene globale. La frammentazione della postmodernità può essere controllata da un'antropologia costituita da un'aspirazione alla comparazione e da un continuo confronto di idee, tanto sul piano etnografico che scientifico → l'antropologia dovrebbe configurarsi come dialogo fra modelli dell'etnografo e del nativo.

L'antropologia cosmopolita, per essere veramente tale, deve sì mettere al centro del proprio progetto il dialogo fra culture, senza tuttavia esasperarlo nei tecnicismi. Se è vero che l'antropologia è un sapere di frontiera che è nato e rinasce continuamente sulla frontiera, il dialogo fra culture deve inscriversi all'interno di un processo di comprensione "infinito".

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