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La risoluzione n. 1511 del 16 ottobre 2003 che autorizza la presenza di una multinazionale in Iraq: il ruolo della CPA, del Consiglio di governo dell’Iraq e delle Nazioni Unite e la condanna del terrorismo.


Rappresenta un successo politico degli Stati Uniti anche la risoluzione n. 1511 adottata il 16 ottobre 2003, dopo un lungo negoziato che di riflette in una cera ambiguità della risoluzione stessa.
La risoluzione:
ribadisce la responsabilità, i poteri e gli obblighi delle forze occupanti, rappresentate dalla CPA
sottolinea il carattere temporaneo della CPA
il termine finale di questa Autorità non è fissato ma rinviato al momento della costituzione di un governo iracheno rappresentativo e riconosciuto a livello internazionale --> il trasferimento dei poteri dalla CPA al popolo iracheno è richiesto dal Consiglio di sicurezza ma solo “al più presto possibile”
il Consiglio si sicurezza esprime un vivo sostegno al Consiglio di governo iracheno, considerato largamente rappresentativo e tale da incarnare la sovranità dello stato iracheno durante il periodo transitorio --> si tratta di un’affermazione anche giuridicamente errata, posto che tale Consiglio di governo non ha avuto alcun potere reale e, lungi dal rappresentare il popolo iracheno, è stato insediato dalle forze di occupazione e subordinato alla CPA.
Pertanto l’accordo sul processo politico è sostanzialmente una decisione unilaterale della CPA e in definitiva del governo degli USA, del quale quest’ultima è organo.
Il Segretario generale ha più volte dichiarato che un maggiore impegno dell’ONU richiedeva migliori condizioni di sicurezza.
La risoluzione affronta, per condannarlo, anche il terrorismo che avrebbe fatto numerose vittime innocenti. Nella risoluzione non vi è alcun cenno a presunti legami con il terrorismo del precedente regime di Saddam Hussein, legami dei quali in governo statunitense si dichiarava certo. La risoluzione si riferisce esclusivamente al fenomeno terroristico successivo all’occupazione militare dell’Iraq e che è proprio stato favorito da questa occupazione. Per quanto riguarda il regime di Saddam Hussein, persino uno dei maggiori responsabili dell’aggressione anglo-americana, il Segretario alla difesa degli Stati Uniti, Donald Rumsfeld, ha dovuto riconoscere l’inesistenza di prove su collegamenti fra il suddetto regime e il terrorismo internazionale, in particolare con l’organizzazione Al Qaeda.

Tratto da L'ONU E LA CRISI DEL GOLFO di Alice Lavinia Oppizzi
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