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La sostenibilità finanziaria nelle aree protette

La sostenibilità finanziaria nelle aree protette


Per la tutela delle aree protette sono ovviamente necessarie delle risorse finanziarie che coprano i costi e assicurino un controllo e una pianificazione di progetti di tutela e conservazione. Si registra una profonda crisi delle principali risorse di finanziamento internazionali e nazionali nonostante l'espansione a livello mondiale delle politiche di conservazione e di istituzione di nuove aree protette.
Le crescenti politiche liberali in campo economico hanno puntato sul decentramento e la deregulation, ma soprattutto su obiettivi sociali e di riduzione della povertà che hanno messo in secondo piano le politiche di tutela ambientale. Eppure assicurarsi finanziamenti adeguati è una condizione necessaria per la gestione ottimale delle aree protette. Ma è necessario prendere in considerazione altri elementi: qualità, forma, tempistica, target e uso dei fondi di finanziamento, al fine di pervenire ad una vera e propria sostenibilità finanziaria che definiremo come la capacità di assicurare risorse finanziarie stabili, sufficienti e a lungo termine, nonché di allocarle in forme e tempi appropriati allo scopo di assicurare la copertura dei costi di gestione delle aree protette (sia diretti sia indiretti) e la gestione ottimale con riferimento agli obiettivi di conservazione e istituzionali.
Attraverso quali strumenti è possibile reperire fondi e risorse economiche in modo diversificato? Ecco una classificazione esauriente dei meccanismi finanziari, raggruppati a seconda di come i fondi vengono raccolti e usati.
Meccanismi e approcci che attraggono ed amministrano flussi esterni, inclusi finanziamenti statali, donazioni volontarie private e da ONG, fonti nazionali e internazionali.
- Finanziamenti bilaterali e multilaterali. Concessi dunque o da stato a stato o in seguito ad un concertato accordo tra più stati.
- Scambio di crediti.
- Fondi ambientali.
- Fondazioni
Meccanismi che generano fondi per implementare attività di conservazione, inclusi la condivisione di costi e benefici, fondi di investimento e per le imprese, strumenti fiscali e accordi per la gestione di aree protette private o comunitarie.
- Finanziamenti per imprese attive nel campo della biodiversità (BEF). Sono finanziamenti che forniscono capitale    a lungo termine ed assistenza tecnica finanziaria ed ambientale ad imprese attive in campo ambientale. I BEF si definiscono fondi di investimento che soddisfano caratteristiche necessità finanziarie di una vasta gamma di BE, cioè di PMI impegnate a livello locale per promuovere sviluppo economico eco compatibile. I BEF sono a scopo di lucro e forniscono profitto ai loro finanziatori. Per questo per essere liquidati necessitano di: un piano di fattibilità, di una fase di pianificazione e solo dopo di una fase operativa.
- Bio esplorazioni. Sono le ricerche sistematiche di informazioni genetiche e biochimiche a partire dalle risorse naturali, che possono essere sviluppate per scopi commerciali o per applicazioni farmaceutiche o agricole. Le nazioni oggetto dell'esplorazione si definiscono source countries e derivano il loro reddito dalle royalties.
- Strumenti fiscali. Sono le tasse sull'ambiente versate dalle aziende che possono, secondo lo stato, permettersi un versamento fiscale ad uso della tutela ambientale.
Meccanismi che utilizzano strumenti di mercato per beni e servizi forniti dalle aree protette, quali tasse per l'uso di risorse turistiche e naturali.
- Progetti di compensazione delle emissioni di carbonio → Protocollo di Kyoto del 1997.
- Tasse di estrazione.
- Diritti per gli usi turistici.
Una corretta diversificazione di tali finanziamenti, un coinvolgimento del privato e investimenti per la diffusione di una corretta educazione ambientale saranno le chiavi del successo.

Tratto da GEOGRAFIA di Gherardo Fabretti
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