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La struttura del settore dei servizi pubblici


L’analisi della struttura del settore dei servizi pubblici viene fatta sulla base di alcuni caratteri salienti che consentono di evidenziare gli aspetti che, più di altri, hanno incidenza sui comportamenti delle imprese, e che sono:
a)  mercati e competenze territoriali delle imprese. Quasi tutti i servizi pubblici e le imprese che li pongono in essere sono nati per soddisfare esigenze di ambiti geografici definiti costituiti generalmente prima dalle aree locali e poi successivamente per quelle nazionali.
La definizione di un ambito territoriale di competenza ha determinato frequentemente un ostacolo alla crescita e sviluppo delle imprese; e non ha avuto molto successo la possibilità di costituire consorzi tra comuni e/o aziende municipalizzate per il raggiungimento di economie di scala e per il miglioramento dell’efficacia e efficienza gestionale. Almeno per il passato lo stretto collegamento tra impresa e bacino di mercato di competenza territoriale ha determinato il consolidarsi di tante piccole posizioni monopolistiche nel settore dei servizi pubblici locali. Oggi, le grandi imprese operanti nei grandi servizi di rete nazionali (trasporti ferroviari, poste, energia elettrica, telefoni, radio televisivi) e nei servizi locali si stanno trasformando in imprese operanti a livello internazionale e a livello nazionale attraverso processi di acquisizione, di accordi di collaborazione per l’accesso a determinati mercati, di fusioni tra imprese municipalizzate. I primi settori a sviluppare strategie di intervento sui mercati internazionali e mondiali sono stati quelli dei servizi telefonici, dei trasporti aerei e della Televisione.
Sul piano dei servizi locali si sta rompendo il sillogismo tra Ente appaltante e Società di Gestione e la conseguente riserva monopolistica. Il disegno di legge sulla privatizzazione dei servizi pubblici locali a contenuto industriale (elettrici, gas, trasporti, nettezza urbana, acquedotti e fognature) prevede l’utilizzo di formule di gestioni costituite da società di capitali miste (a partecipazione pubblica maggioritaria o minoritaria) o di aziende speciali.

b)  settori di attività e processi di diversificazione. Le imprese operanti nel settore dei servizi pubblici sono sempre state caratterizzate da una fortissima specializzazione settoriale; le modalità e le forme in cui in passato si manifestava lo sviluppo dimensionale delle imprese erano quelle della integrazione orizzontale e verticale; i pochi esempi di diversificazione riguardavano le imprese di servizi locali multiutility e interessavano in particolare il settore del gas e degli acquedotti.
Con la deregolmanetazione, l’apertura della concorrenza e con lo sviluppo della tecnologia, si sono aperte nuove opportunità di partecipazione o investimento a livello locale e/o nazionale ed internazionale in settori diversi da quelli originari per la possibilità di sfruttare sinergie e/o potenzialità fornite dalle proprie strutture o dal proprio know how in ambiti settoriali diversi. Sul piano locale, anche per effetti di interventi normativi si va consolidando l’idea di integrazione di diversi servizi in aziende multiutility che possono garantire, nei comuni più piccoli, alcune economie nella gestione del marketing e delle attività amministrative.

c)  processi e fenomeni di integrazione e disintegrazione verticale. Il settore dei servizi pubblici si è caratterizzato in passato da ampi fenomeni di integrazione verticale sia per le forti economie conseguenti alla concentrazione di molte attività della filiera nelle mani di un’unica impresa (economie di integrazione), sia per la possibilità di controllare meglio la riserva monopolistica in tutte le fasi del processo produttivo, di trasporto e distribuzione. Non si ritenevano praticabili ipotesi si separazione della proprietà e della gestione – nei servizi di rete- delle infrastrutture di linea e delle attività di produzione e erogazione dei servizi. Inoltre venivano internalizzate anche funzioni e operazioni delle attività non appartenenti al core-business (servizi di manutenzione, pulizia, mense, etc) per supportare che strategie di sviluppo dimensionale delle imprese e di aumenti di occupazione.
Intorno agli anni 70/80 si sono andate profilando prospettive di disintegrazione verticale delle attività di servizi pubblici con l’apertura di ipotesi concorrenziali almeno in alcune fasi della filiera. Il risultato più importante di queste prospettive è stato quello di ritenere possibile e vantaggiosa la separazione delle attività di “Gestione delle reti, linee e infrastrutture” (per le quali rimaneva valida l’ipotesi di riserva monopolistica) dalle attività di produzione del servizio, per le quali si riteneva possibile e vantaggioso l’affidamento a più imprese (in concorrenza tra loro) della gestione del servizio.
Anche nel settore dei servizi pubblici locali talune imprese hanno dato luogo a iniziative di outsourcing e di outgoing per concentrare investimenti e risorse soltanto sulle attività che costruiscono il core-business, nonché ad operazioni di separazione delle fasi e specializzazione delle stesse. (es nel settore della Nettezza urbana operano separatamente imprese che si occupano delle operazioni di raccolta e quelle che si occupano del trattamento e smaltimento rifiuti.

d)  numero e dimensione delle imprese. Anche il n° e la dimensione delle imprese operanti nel settore dei servizi pubblici sono stati oggetto di modificazioni nell’ultimo decennio. Sono infatti aumentate e aumenteranno il n° (mentre in genere diminuiscono le dimensioni medie) di imprese operanti nell’ambito dei servizi nazionali del settore del trasporto aereo, servizi telefonici e radio-televisivi visivi, elettrici, postali, soprattutto come conseguenza dei processi di disintegrazione verticale, di deregolamentazione e di liberalizzazione dell’accesso. Al contrario, tenderà a diminuire il n° e (e aumentare le dimensioni) delle imprese operanti nei settori dei servizi pubblici locali sia per effetto di operazioni di fusioni, concentrazioni, incorporazioni, sia per effetto della normativa sulla privatizzazione delle attività di servizi pubblici su scala locale e della caduta del vincolo della riserva del limite di operatività territoriale.

e)  aspetti giuridici e organizzativi delle imprese. (v. § successivo)

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