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La valutazione della domanda relativa alle aree protette



LE CARATTERISTICHE DELLA DOMANDA E SUA VALUTAZIONE. Una corretta gestione delle aree protette presuppone la conoscenza delle preferenze dei consumatori. È chiaro come la domanda di fruizione a scopo ricreativo presenta un'ampia gamma di scelte che devono aderire all'offerta di contesti ambientali corrispondenti. In realtà questo discorso muore all'origine perché spesso e volentieri gli spazi destinati alla fruizione dei parchi rispondono alle preferenze della PA e non a quelle degli utenti.
La domanda relativa alle aree destinate alle attività ricreative possono essere di due tipi:
- Basate sull'esistenza di risorse naturali di particolare rilievo → resource based. Sono aree che privilegiano il contesto ambientale e non l'attività. Sono ad offerta fissa e la disponibilità a pagare dei consumatori è inversamente proporzionale al numero di persone che la affollano.
- Basate sull'esistenza di infrastrutture utili all'esercizio di attività sportive → user based. La loro è una domanda elastica e presuppongono l'esistenza di strutture ad alto contenuto di capitale.
Valutare le preferenze degli utenti è dunque fondamentale ma siccome i servizi erogati non sono oggetto di transazione sul mercato, non esistono prezzi per poterle valutare. Bisogna utilizzare procedure alternative in grado di rivelarle e determinarne così il valore. Determinare il valore complessivo non è cosa semplice. Vediamo perché.
Il valore complessivo è formato da due tipi di valore:
- Valore d'uso. Il valore d'uso è connesso alla fruizione della risorsa ed è suddiviso a sua volta
in altri due tipi di valore:
- Valore d'uso reale. Il VUR deriva dall'utilizzo diretto che si fa dei beni ambientali. Si ricava dai benefici che tali beni procurano ai loro utilizzatori.
- Valore d'opzione. Il VOP si ricava dalla disponibilità a pagare da parte dell'utente al fine di conservare la risorsa stessa. È un valore proiettato anche nel futuro perché coinvolge anche chi in futuro potrebbe voler disporre della risorsa. Si chiama infatti anche valore potenziale.
-Valore intrinseco. È il valore attribuito ad un bene per il sol fatto di esistere. Non è dunque collegato a nessun uso reale o potenziale dello stesso. Si basa sul fatto che esiste qualcuno disposto a pagare una certa cifra per un bene di cui potrà o non potrà usufruire ora o in futuro.
Come si calcola la disponibilità a pagare di un utente? Vi sono almeno tre metodi.
- Metodo del costo di trasporto. È il più diffuso e costituisce una estensione della teoria della domanda del consumatore. Si valuta la disponibilità a pagare, di gruppi di utenti, nei confronti delle risorse destinate ad attività ricreative, delle quali si vogliono valutare i benefici basandosi sul numero delle visite all'area prescelta.
- Metodo della valutazione contingente. Si cerca attraverso questionari o interviste di trarre valutazioni di tipo monetario di beni ambientali a fronte di modificazioni nella loro offerta. Le valutazioni si basano su mercati ipotetici e non reali. Un problema di questo metodo è il cosiddetto comportamento del free rider, dell'utente cioè che pilota il questionario.
- Metodo dei prezzi edonici. Si basa sulla stima del valore delle caratteristiche non di mercato di un bene privato. Ad esempio dei beni immobili suscettibili di differenziali di mercato sulla base della qualità ambientale del sito: si chiede quanto si pagherebbe per un miglioramento di tale qualità.

Tratto da GEOGRAFIA di Gherardo Fabretti
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