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Le influenze greche sulla cultura romana


Già prima dell’ellenizzazione su vasta scala dei culti romani, avvenuta soprattutto dopo le guerre puniche, l’influsso della religione greca era penetrato nel Lazio, imponendo i suoi miti e le sue credenze e cioè nella tarda fase orientalizzante e poi soprattutto in età arcaica. La storia di Roma e di tutta l’Italia antica sarebbe, infatti, inimmaginabile senza la colonizzazione dell’Italia meridionale e della Sicilia da parte dei Greci in quanto portò direttamente o indirettamente, a duna irradiazione di cultura e mentalità di stampo ellenico su tutto il territorio italiano dell’epoca. Un ruolo importante nella storia di Roma dovette ricoprire Lavinio, che secondo quanto narra Tito Livio fu fondata da Enea. La costruzione della mura della città di Lavinio fu più volte rappresentata nell’arte romana, come mostrano due testimonianze a noi pervenute: il bassorilievo nella Basilica Emilia nel Foro e una pittura rinvenuta nel colombario dei Liberti di Statilio Tauro sull’Esquilino, ora al Museo nazionale Romano. Dalle indagini archeologiche avviate a Pratica di Mare, antica Lavinium e nell’area circostante è stato possibile documentare la presenza di numerosi luoghi di culto, dedicati a dei greci; come ad es., la presenza del culto della dea guerriera greca Atena, una prova dei contatti col mono greco e dell’apertura della religione latina nei confronti della religione di tale mondo. A Roma i culti stranieri e i santuari a loro dedicati sorsero tutti al di fuori del pomerio (confine). Nell’apporto dei culti provenienti dal mondo greco, decisiva fu l’introduzione a Roma dei libri Sibillini: libri che, redatti in esametri greci, contenevano gli oracoli della Sibilla di Cuma e gelosamente conservati a Roma nei sotterranei del tempio di Giove capitolino. I libri, la cui interpretazione era affidata a specifici sacerdoti, venivano consultati in occasione di calamità sociali o naturali, al fine di placare gli dei mediante suppliche, sacrifici, edificazione di templi, introduzione di nuovi riti e culti. Sotto questo aspetto la loro consultazione fu decisiva nell’ufficializzazione di nuove divinità, che furono accolte nel pantheon romano, come nel caso dell’introduzione del culto di Apollo in seguito alla lettura di questi teti. È evidente che l’assimilazione di
divinità italiche, greche, etrusche, corrispose a fatti storici e in particolare a una espansione politica di Roma che non poteva non comportare una eco nella vita religiosa romana. Il venerare divinità così diverse tra loro ebbe un risvolto politico e propagandistico a favore della cultura romana.

Tratto da VITA E COSTUMI DEI ROMANI ANTICHI di Alessia Muliere
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