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Le teorie sul rapporto delle colonie con la madrepatria (1700)

Le teorie sul  rapporto delle colonie con la madrepatria (1700)


Tutto ciò che legava il centro con la periferia era la lealtà sostenuta da una comune identità culturale e da comuni intenti. Era la cultura tutto ciò che legava la colonia alla madrepatria, dunque il modo corretto di intendere il rapporto era non la dipendenza ma la protezione e il libero mercato; la federazione, non l'impero. Turgot disse che continuare ad amministrare le colonie in maniera da limitarne il commercio a favore degli interessi della madrepatria non avrebbe dato all'impero basi per sopravvivere a lungo; sarebbe stato meglio a quel punto liberarle completamente prima che gli eventi stessi costringeranno la patria a mollarle coattamente. Turgot non sapeva ancora quale sarebbe stato l'esito della guerra americana ma aveva già visto, come pochi altri, un Nord America indipendente che avrebbe costituito un nuovo stato di libertà. Ma al di là dell'esito del conflitto era chiaro a Turgot che era comunque destino che nascesse una potenza nuova e minacciosa che avrebbe costretto le altre due potenze europee a ridefinire nuovi rapporti con le proprie colonie, basati esclusivamente su una partnership di commercio, tenuta insieme da un accordo politico a maglie larghe, non definito. Adam Smith concordava dicendo che abbandonare il tentativo di mantenere le colonie con la coercizione (che avrebbe portato al fallimento) avrebbe regalato alle madrepatrie degli alleati fedeli, affezionati e generosi. Smith sapeva bene che era stato il fallimento della Spagna nel lasciare completa libertà agli olandesi, dopo il 1609, a portare le Province Unite a mantenere la loro ostilità verso Madrid. Molti analisti dicevano che se anche l'Inghilterra, per assurdo, avesse riconquistato gli Stati Uniti, non sarebbe certo stata in grado di governarli.
La Spagna di Carlo III dovette ben presto aprire anch'essa gli occhi. Il Conte di Aranda nel 1778 invitò il re a costituire tre vicereami gestiti da una blanda federazione governata non dal re ma dall'imperatore, mantenendo sotto il diretto controllo solo le isole di Porto Rico e Cuba. Solo così, forse poteva mantenersi una certa unità. Ovviamente nessuno dei progetti di federazione andò in porto. Tutti erano consapevoli che nessuna monarchia moderna europea sarebbe stata disposta a rinunciare ad un dominio politico di breve durata in nome di un guadagno economico e umano di lungo periodo. Troppo era ancora una volta il desiderio di grandezza. Solo gli Usa erano diventati una federazione ma sempre attraverso le armi e senza alcun rapporto con l'Inghilterra. Gli Usa erano stati gli unici capaci di creare una federazione statale vera. Franklin sciolse l'Esercito Continentale perchè conscio dei pericoli del militarismo, quello stesso militarismo che condannò l'America del Sud ad un destino diverso, nonostante i disperati tentativi di uomini come Simòn Bolìvar. Franklin non volle imporre la libertà anche nel Sud America, sicuramente gradita e attesa, perchè sapeva che la libertà doveva essere un moto proprio di chi la desidera e non deve essere imposta dall'alto.

Tratto da LA NASCITA E L'EVOLUZIONE DELL'IMPERIALISMO di Gherardo Fabretti
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