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Liquidazione o ristrutturazione: le considerazioni di tipo non economico

Nella realtà la decisione circa l’alternativa liquidazione/ristrutturazione con è il risultato di una serie di considerazioni puramente economiche bensì di un processo di negoziazione più ampio che vede coinvolti numerosi stakeholders e dove risultano determinanti altri fattori quali le dimensioni dell’impresa e i condizionamenti reciproci tra creditori. Se esiste una banca maggiormente esposta rispetto alle altre, essa si assume in genere il compito di avviare i primi contatti con l’impresa e di coordinare gli altri creditori fino alla nomina dell’advisor. Nel caso di posizioni simili tra banche si costituisce un comitato di creditori che procede alla nomina dell’advisor. Diverso il discorso per la crisi di una piccola impresa. Per le banche, il valore dei finanziamenti concessi può essere marginale e facilmente sopportabile in bilancio. Le dimensioni dell’impresa sono importanti anche perché le pressioni dei gruppi esterni (sindacati, autorità, ecc.) sono direttamente proporzionali alle dimensioni dell’impresa. Le perdite sociali associate al fallimento di una grande impresa sono molto rilevanti. Nel caso di una piccola impresa invece le perdite sociali sono più facilmente assorbibili e per i vari gruppi sociali, sindacati e autorità locali, può non essere conveniente assumere posizioni eccessivamente forti, per acquistare una sorta di bonus da spendere nei casi di ristrutturazioni più importanti.

Tratto da CORPORATE E INVESTMENT BANKING di Alessandra Depaola
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