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Lo stile comparativo in antropologia


Una caratteristica dell’antropologia è lo stile comparativo. Il comparativismo è stato usato dagli antropologi per costruire un sistema di classificazione dei “dati culturali”, confrontando fenomeni diversi per ricavare delle costanti.
All’inizio, il loro modo di procedere era piuttosto semplice: essi sceglievano quegli elementi che sembravano corroborare le loro ipotesi e le loro teorie aprioristiche. Più che di un metodo comparativo, però, si trattava di un metodo illustrativo di tesi, la cui validità era data per scontata già in partenza.
Quando l’antropologia inizia a conoscere più generalmente un processo di revisione interna e gli antropologi iniziano ad andare sul campo e a studiare le culture con un approccio di tipo diverso, anche il comparativismo viene messo in discussione e, per esempio, secondo Franz Boas, un antropologo di origine europea, ma che ha avuto poi un peso importante per lo sviluppo dell’antropologia americana, occorreva comparare culture contigue. La comparazione poi comunque anche su ampio raggio va avanti.
Quindi, nel corso della storia dell’antropologia, la comparazione ha assunto forme diverse.
Oggi si tende a sostenere che comparare è utile soprattutto quando si comparano 2 realtà contigue nello spazio, che consentono di individuare specificità e di evidenziare delle relazioni.

Tratto da ELEMENTI DI ANTROPOLOGIA CULTURALE di Anna Bosetti
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