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Mediazione tra paziente e struttura sanitaria


La mediazione è un processo sociale che si costruisce a partire dall'interazione fra i soggetti coinvolti, ossia il paziente, i suoi familiari, il medico e la direzione sanitaria.  Vi è la necessità, a livello operativo, di individuare i momenti in cui tale percorso si realizza; le “tappe” possono essere descritte nel seguente modo:
1.    Fase della pre-mediazione, che può articolarsi in modi diversi a seconda della natura del progetto di mediazione. Questa scelta non è mai neutra. Spetta all'ente o all'associazione interessati contattare le parti coinvolte; ad essi spetta anche la scelta rispetto alle modalità di coinvolgimento. Al termine di questa fase, viene siglato il primo accordo, che è quello relativo alla partecipazione alla mediazione.
2.    Fase di mediazione. Spetta al mediatore decidere il numero degli incontri e la durata degli stessi; spetta la decisione se attuare una mediazione diretta oppure indiretta. La mediazione diretta è quella che implica la compresenza dei partecipanti, i quali si incontrano vis-à-vis al fine di ristabilire una comunicazione che si era interrotta. La mediazione non diretta non prevede alcuna relazione faccia a faccia fra le parti e la risoluzione del conflitto viene affidata al cosiddetto “metodo della navetta”. In questo caso gli incontri avvengono separatamente (anche solo per iscritto o telefonicamente).
3.    Fase della ricerca di un accordo. E' in questo momento del processo che il ruolo del mediatore assume connotati specifici secondo il tipo di mediazione che viene applicata. Esse, variando per modalità ed intensità di intervento del mediatore possono essere definite: strategie di pressione; strategie di negoziazione; strategie di comunicazione.
4.    Fase dell'accordo di mediazione. Una volta che le parti sono favorevoli all'accordo, il mediatore dovrà operare al fine di fissare in modo chiaro e semplice i contenuti dello stesso. La soluzione dovrà essere condivisa ed accettata da entrambe le parti ed essa verrà messa per iscritto e firmata dai partecipanti.
5.    Fase successiva all'esecuzione dell'accordo. Si tratta del momento di verifica dell'esecuzione dell'accordo. Al mediatore spetta il compito di controllare il modo in cui i contenuti dell'incontro di mediazione vengono rispettati.
Per Morineau la mediazione ha il significato di “intervento destinato a conciliare le persone, le parti in causa. [...] il fatto di situarsi “tra” è necessario per poter incontrare ciò che sta alla fonte del conflitto”. Tale interpretazione sottolinea come il sorgere di un dissidio determini sempre una situazione di vuoto, e quindi di assenza di comunicazione, che isola i soggetti, favorendo la chiusura alle relazioni con l'esterno.
La mediazione offre la possibilità di uscire dal passato per incontrare il presente, abbandonando i pregiudizi attraverso i quali interpretiamo l'altro e l'evento ed incontrando l'essere umano nella sua realtà e pienezza. Perciò reprimere il conflitto si rivela improduttivo. Esso invece è lo strumento tramite il quale ognuno di noi può confrontarsi con la vita, con l'altro e con se stesso. Per Morineau la funzione della mediazione consiste nel facilitare il passaggio da un vissuto statico ad uno dinamico del conflitto.
Le fasi attraverso le quali si svolge il percorso di mediazione hanno la finalità di lasciar esprimere ai soggetti coinvolti la loro realtà, la percezione soggettiva del vissuto che li vede contrapposti; esse si svolgono secondo una sorta di pratica ritualizzata, che si realizza in tre tempi: teoria, krisis e catarsi.
La fase della teoria consiste nella narrazione dei fatti. E' il momento dell'espressione ma anche dell'ascolto reciproco che, nella mediazione, è necessario. E' solo in questo atto che ciascuna parte ha la possibilità di conoscere come l'altro vive il danno patito ed il conflitto che ne è conseguito. Al termine della narrazione, al mediatore spetta il difficile compito di ripercorrere tutto ciò che ha udito nel racconto, riassumendone gli aspetti principali ed il punto di vista di entrambi.
La seconda fase è quella della krisis. E' questo il momento del confronto che rimette in circolo le emozioni. Qui si ha l'espressione della sofferenza e del dolore, qui trovano posto le domande e gli interrogativi. Dopo l'urlo della sofferenza, si ha il silenzio della riflessione.
La terza fase è quella della catarsi. In questa fase il superamento e la risoluzione del conflitto sono affidati principalmente alla parola con cui viene espresso: il linguaggio allora è una componente fondamentale della mediazione. Anche in questa fase il mediatore ha un compito difficile: egli è l'intermediario, colui che dà spessore al senso nascosto delle parole, il momento di contatto fra la parola pronunciata e quella non detta.
Quindi, la mediazione, da latino mediare (separare, dividere) evidenzia che tale separazione altro non è che la premessa alla ricerca di una nuova relazione, all'identificazione di canali comunicativi rimasti bloccati nel conflitto scaturito dalla commissione di un danno e dalla sofferenza che ne deriva.

Tratto da MANUALE DI SOCIOLOGIA DELLA SALUTE di Angela Tiano
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