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Miracolo economico anni 60 in Italia, crisi e ripresa negli anni 80. Stop crescita demografica

MIRACOLO ECONOMICO, CRISI, RIPRESA
Ciclo e cambiamento strutturale dell'economia italiana
Sono gli anni del boom economico. Fino al 1963 il reddito ha una crescita del 6% annuo ed anche i rapporti con l'estero aumentano notevolmente fra il 9 e l'11%.
Nel 63 ci fu uno stop con dei disordini e poi comunque la ripresa durò fino al 69 anno dell'autunno caldo iniziano i veri scioperi le vere rimostranze sindacali in parte dovuto anche al rapido passaggio da uno stato o sociale rurale ad uno industrializzato. Si rivendicano salari adeguati e condizioni di vita migliori. Risposta del governo fu una stagione di riforme sociali accogliendo le rivendicazioni, anche perché c'era la paura del comunismo come poi avvenne negli anni 70 con le brigate rosse, in parte  perché le rivendicazioni erano corrette.
Dopo l'autunno caldo 69 negli anni 70 viene varato lo statuto dei lavoratori importante per le protezioni e le garanzie. Vengono aumentate le pensioni. Aumentano i provvedimenti a tutela della disoccupazione, come l'assegno di disoccupazione.
Si tutela la maternità, si assegnano le case popolari. Viene assicurato il servizio sanitario nazionale nel 1978. Si spende quindi anche per lo Stato sociale redistribuendo la ricchezza anche se non fu proprio così perché per redistribuire la ricchezza ci deve essere un sistema di tassazione che preleva dai più ricchi. Invece per pagare lo Stato sociale non ci si affidò all'imposizione fiscale ma al debito pubblico con l'intenzione di sanarlo con il successivo sviluppo industriale. Si rimandava quindi l'imposizione fiscale alle eventuali ricchezze future che dovevano proseguire anche negli anni 70 invece nel 1973 si apre una crisi di proporzioni mai viste, neanche nel 29. Si contraggono consumi.
Il problema era quello di garantire margini di profitto alle imprese erose in parte dagli aumenti energetici, imprese che cominciavano a licenziare. Lo strumento con cui il governo andò a intervenire fu l'inflazione: svalutando quindi la nostra moneta rispetto alle altre si favorivano le esportazioni. C'era comunque un problema conseguente che era l'aumento del debito pubblico. La fortuna dell'Italia fu che prima dell'inizio degli anni 80 con il sistema monetario europeo si  dovette cominciare ad intraprendere tutta una serie di politiche monetarie atte a contenere l'inflazione e quindi il debito pubblico. Con il nuovo sistema era previsto il cambio fisso non si poteva quindi più incidere sulle valutazioni.
Nel 1975 si crea la scala mobile e quindi i salari vengono agganciati all'inflazione.
L'economia italiana quindi inizia riprendersi alla fine degli anni 80. Nel 1984
-  il tasso di crescita si attesta intorno al 3% annuo più elevato degli altri paesi. L'Italia è a questo punto un vero paese industrializzato.
l'incidenza dell'agricoltura sul Pil è del 5%,
aumenta l'incidenza della spesa pubblica sul Pil fino quasi al 40-50%
il reddito medio pro capite degli italiani non è distante da quello degli altri paesi europei
La crescita demografica pressoché si arresta, sintomo di industrializzazione

Tratto da STORIA ECONOMICA CONTEMPORANEA di Barbara Pavoni
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