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Napoli gentile


Un non illustre cronista del Quattrocento (Loise De Rosa), qualificò Napoli con l’aggettivo “gentile”. Tuttavia egli esprimeva un idea che aveva avuto una precedente e larga circolazione.
La denominazione di gentile è nell’epoca aragonese la più corrente fra quelle riservate alla città :grande, nobile, bella..
È insomma, la gentilezza che consiste nella dolcezza e nella raffinatezza dei costumi, quella di cui si intende parlare per Napoli, come qualità sociale e nativa.
È evidente che la qualificazione di gentile sia strettamente legata alle note nuove di cultura e di mondanità che anche a Napoli si ebbero con i moti rinascimentali. Il Rinascimento a Napoli rimane un fenomeno di importazione culturale.
L’importazione ebbe un chiaro marchi politico, perché coincide sopratutto con l’azione culturale di Alfonso il Magnanimo. È da allora che a Napoli si ebbero le prime manifestazioni eminenti e durature del Rinascimento napoletano. Anche se, almeno all’inizio, si tratta più delle lettere che delle arti.
Il sovrano si attorniò dei più grandi intellettuali: Valla, Filelfo, Piccolomini ed altri. Da ciò l’iniziativa regia valse a fare di Napoli una capitale dell’Umanesimo italiano.
La figura di Alfonso offre poi la possibilità di definire il rapporto con la città e con il mondo meridionale. Fu Croce a notare l’aspetto italiano ed umanistico della figura di re Alfonso, e d il suo entusiasmo per gli studi.
Con il figlio di Alfonso, Ferrante, la situazione mutò. Il suo respiro umanistico si fece più ampio e più sicuro di quello del padre. L’Umanesimo diventa napoletano, grazie anche ai più numerosi esponenti napoletani (Diomede Carafa, Iacopo Sannazzaro, Tristano Caracciolo). La Napoli “gentile” del tempo aragonese è, dunque, effettivamente in stretta connessione con le misure e le forme culturali e artistiche di questa fase della vita cittadina; è la Napoli dei metri e degli equilibri rinascimentali che rivaluteranno la sua antica bellezza e dolcezza del suo vivere.

Tratto da NAPOLI CAPITALE di Stefano Oliviero
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