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Otto Karolyi – Contrappunto


Quando una melodia viene cantata o suonata da sola, l’aspetto orizzontale è predominante. Questo tipo di musica è detto omofonica. Nel caso, ad esempio, del canto accompagnato, abbiamo una fusione delle due dimensioni in un tipo definito come monodia accompagnata. Infine, quando abbiamo la combinazione simultanea di più di una linea melodica siamo in presenza di una musica polifonica o contrappuntistica.

Tra i principi tecnici basilari della scrittura contrappuntistica, citiamo anzitutto l’interesse melodico e l’indipendenza delle singole voci, ottenuti o con l’uso di un tema riconoscibile o la sua riaffermazione a diversi voci o altezze.

Abbiamo poi l’interesse ritmico, dato una spiccata indipendenza ritmica di ogni parte, al punto che l’imitazione del tema è spesso affidata più al ritmo che alla melodia. Infine, la funzione di basso fondamentale della parte più bassa.

Il canone è la forma più rigorosa di imitazione contrappuntistica: si fonda sulla ripetizione esatta del tema base da parte della voce imitante. Mentre la voce principale tira avanti, la seconda ripete testualmente ciò che ha detto la voce principale. Il termine tecnico che distingue la voce principale è dux, mentre la seconda voce è detta comes.

Canoni perpetui, o rote, sono pezzi in cui una volta raggiunta la fine, le voci possono ricominciare le loro parti da capo (Fra Martino campanaro). L’entrata del comes può avvenire alla stessa altezza del dux, o ad altezza differente. Così, ad esempio, si parla di canone alla quinta o alla quarta, quando l’entrata del comes avviene ad una quinta o una quarta di distanza dal dux. Oggi l’uso del canone si trova spesso nelle filastrocche per bambini.

Tratto da LA GRAMMATICA DELLA MUSICA di Domenico Valenza
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