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Principio di eguaglianza e ripartizione delle potestà legislative


Il frazionamento della potestà legislativa tra Stato e regioni è sicuramente l'aspetto della riforma federalista di più forte impatto.
Detta innovazione, peraltro, specie per quanto riguarda il settore del lavoro e della sicurezza sociale, finora trovato motivo di essere analizzata e discussa soprattutto nell'ottica del principio di eguaglianza.
In particolare, nella riflessione dei giuslavoristi, si tende a contestare che tanto le tutele del lavoro, quanto le tutele più latamente sociali possono atteggiarsi in modi diversi a seconda degli ambiti territoriali; o, comunque, si tende a concedere il meno possibile alla legislazione regionale.
Senonché risulta che l'attribuzione di quella stessa disciplina ad un'unica fonte regolativa di per sé non necessariamente pone al riparo dal suddetto rischio.
Per effetto delle scelte recenti e meno recenti di flessibilizzazione delle discipline, non può essere negato anche che la legislazione del lavoro conosce oggi potenzialità di diversificazione nettamente superiori a quelle del passato.
Il fatto è che il vero perno del sistema risulta pur sempre il catalogo dei diritti sociali, catalogo della riforma del 2001 non risulta che abbia sostanzialmente intaccato.
Per converso, il peso specifico dei valori di eguaglianza è, nelle sue concrete manifestazioni, variabile nel tempo.

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