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Prospettiva fenomenologica e cognitivista


Secondo la prospettiva fenomenologica e cognitivista la struttura organizzativa, la strategia, le professionalità e la tecnologia sono considerati fenomeni emergenti, oggetto di continua interpretazione e attivazione da parte degli attori organizzativi.
L’organizzazione del lavoro è oggetto di un continuo adattamento all’interno del contesto di regole definito dalla tecnologia.
La prospettiva fenomenologica induce a considerare le attività organizzative sulla base del diverso grado di consapevolezza degli eventi organizzativi e delle risposte a questi appropriate.
La tecnologia definisce, oltre che procedure e flussi di comunicazione, anche il contesto stesso nel quale avviene l’interpretazione e si sviluppano le routine di intervento, perché agisce sulle premesse decisionali.
Le difficoltà insite nel processo di apprendimento sono spesso il motivo che spiega la lentezza nell’introduzione e nel pieno sfruttamento di tecnologie complesse.
La tecnologia tra mercati e istituzioni
Il cambiamento tecnologico genera cambiamenti nella struttura organizzativa, produttiva e occupazionale.
La produttività del lavoro può considerarsi come risultante di due componenti:
* la forza produttiva del lavoro che è determinata dalla qualità professionale dei lavoratori, dal contesto organizzativo e tecnico nel quale vengono applicate
* l’intensità del lavoro che è determinata dalla quantità di lavoro, cioè dal consumo di energia lavorativa
Le tecnologie basate sulla forza produttiva del lavoro sono in genere associate a sistemi organici, hanno un’alta intensità di capitale, assorbono poca energia fisica e umana, ma necessitano di molte informazioni, sono relativamente flessibili, hanno un elevato impatto sull’innovazione di prodotto e sono sostanzialmente intrusive per le attività di produzione diretta e effusive per le attività di progettazione, manutenzione e controllo.
Il sistema di relazioni di lavoro, l’organizzazione del lavoro e le competenze professionali dei lavoratori vincolano e finiscono con il modellare il sistema di produzione e quindi la strategia produttiva e l’organizzazione effettivamente adottabili da parte dell’impresa.
Le istituzioni
L’ambiente istituzionale è costituito da sistemi di norme cui le organizzazioni e gli attori organizzativi conformano i loro comportamenti e le loro decisioni spontaneamente.
Le organizzazioni sono fortemente influenzate dai modelli culturali prevalenti nell’ambiente e da quelli interiorizzati o prodotti autonomamente dalle singole imprese. Nella dimensione sociale e culturale assumono rilevanza, oltre alla struttura sociale:
° Le modalità di aggregazione in gruppi
° La famiglia come meccanismo di riproduzione di modelli culturali, comportamentali, sessuali e come organizzazione sociale ed economica
° La comunità
° La città
° La nazione e i localismi
° I processi di socializzazione primaria e secondaria
° Il comportamento sociale e la motivazione
° La comunicazione e i linguaggi
° Le forme di controllo sociale
° Le credenze e i sistemi di valore
° Le tecniche
Scott parla di tre pilastri: il pilastro regolativo, il pilastro normativo e quello normativo.
I processi regolativi riguardano l’imposizione di regole e sanzioni e le attività di controllo.
I processi normativi comprendono sia valori sia norme: i valori sono concezioni di ciò che è preferibile o auspicabile, le norme specificano quali comportamenti adottare e quali mezzi utilizzare per il raggiungimento di determinati fini.
Il pilastro cognitivo opera attraverso gli schemi mentali usati per attribuire significato alle regole che costituiscono una determinata realtà.
I tratti delle culture nazionali sono identificati attraverso i seguenti parametri:
- Il grado di individualismo: l’individualismo aumenta all’aumentare della ricchezza di un paese
- La distanza gerarchica
- Il controllo dell’incertezza
- Mascolinità/femminilità
I sistemi di norme formali sono influenzati dal sistema politico cioè dall’insieme delle strutture che competono con lo stato per il monopolio politico.
Il sistema politico può essere inteso come l’insieme dei valori di riferimento che ispirano i comportamenti dei gruppi organizzati in competizione per la gestione del potere dello stato.
I sistemi politici possono essere classificati come pluralisti, totalitari e autoritari.
I sistemi pluralistici sono caratterizzati da una pluralità di gruppi in competizione, che possono presentare marcate differenziazioni e trovare forme di equilibrio molto varie.
I sistemi totalitari sono caratterizzati dall’esistenza di un gruppo che monopolizza il potere politico e che tenta di obbligare tutti gli altri gruppi a obbedire alle sue direttive.
I sistemi autoritari sono caratterizzati da un pluralismo limitato.
La gestione delle risorse umane è quella che risente più marcatamente dei valori veicolati nel sistema politico e tradotti in politiche degli organismi dello stato.

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