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Regole contabili e prociclicità


Molti studi hanno sottolineato il rischio che il nuovo accordo Basilea possa avere un indesiderato effetto prociclico, inducendo un aumento dell’offerta di credito nei periodi di espansione ed una contrazione in quelli di recessione, ampliando le fluttuazioni del reddito prodotto, ciò a causa del fatto che i nuovi requisiti patrimoniali –essendo legati ai rating interni e esterni delle controparti affidate tendono a variare (migliorare o peggiorare) a seconda degli sviluppi del quadro macroeconomico.
Il problema riguarda soprattutto l’approccio Internal Ratings Based (IRB) previsto dall’Accordo, invece in misura molto minore l’approccio standard (infatti in quest’ultimo caso si utilizzano i rating prodotti dalle agenzie specializzate prodotti attraverso sistemi di tipo Through the Cycle (TTC), ossia che prescindono dalla situazione economica contingente e valutano la capacità di rimborso del debitore ipotizzando uno scenario sfavorevole. 
Secondo l’approccio IRB, i requisiti patrimoniali minimi non sono calcolati sulla base di coefficienti predeterminati, ma tramite specifiche funzioni di ponderazione del rischio i cui i fattori di rischio (input) sono calcolati dalle banche al proprio interno.
Il "Range of practices" pubblicato dal Comitato Basilea nel 2000 rivela che la maggior parte delle banche usa un sistema di rating Point in Time (PPT), ossia un sistema in cui il giudizio sul debitore considera la sua situazione attuale e le sue possibili condizioni fino al termine del periodo di valutazione.
È ipotizzabile che l’introduzione degli IAS-Ifrs possa avere effetto prociclico a causa di 3 fattori:
1. gli effetti che le valutazioni al fair value potrebbero avere sui bilanci delle imprese non bancarie provocando un aumento della volatilità delle grandezze contabili come il  reddito e il patrimonio
2. le conseguenze dei nuovi principi contabili sul capitale regolamentare delle banche dal punto di vista della variabilità della sua composizione
3. i cambiamenti nei criteri di valutazione dei crediti introdotti dall’IAS 39

Gli effetti prociclici derivanti dal bilancio delle imprese NON BANCARIE:
L’introduzione degli IAS con l’uso del fair value nella valutazione di alcune poste di bilancio, possono indurre un aumento della volatilità di importanti grandezze quali il risultato d’esercizio e il patrimonio netto, le quali svolgono un ruolo decisivo nell’attribuzione del merito creditizio (rating), che a sua volta si traduce in un aumento/diminuzione dell’assorbimento patrimoniale di un’esposizione verso quell’impresa.
Infatti, il reddito complessivo derivante dall’applicazione degli Ias, accoglie anche componenti non realizzate quali le variazioni del fair value degli strumenti finanziari; tale novità rende il reddito d’esercizio più sensibile ai movimenti dei mercati finanziari, i quali risentono a loro volta dell’andamento del ciclo economnico.
Il patrimonio netto, in modo analogo, diventa un aggregato meno stabile. In primo luogo include una riserva costituita delle variazioni del fair value degli strumenti finanziari "avaible for sale" quindi è anch’esso è influenzato dall’andamento dei mercati finanziari; in secondo luogo accoglie le variazioni del fair value degli strumenti usati a fini di cash flow hedge (per la parte di copertura "efficace").
Gli effetti prociclici derivanti dalla maggiore volatilità del reddito e del patrimonio netto delle imprese che applicano gli Ias potrebbero essere comunque limitati; per quanto riguarda il risultato di esercizio, lo schema di C.E da utilizzare dovrebbe consentire di depurare tale grandezza dalle componenti imputabili a variazioni del fair value di attività o passività, lasciando all’analista la possibilità di attribuirvi un peso soggettivo.
Il prospetto delle variazioni del patrimonio netto, in modo analogo, permette di identificare gli elementi patrimoniali influenzati dalle valutazioni al fair value.
Il rischio di comportamenti prociclici non dovrebbe riguardare le banche che scelgono l’approccio standard

Gli effetti prociclici connessi alle variazioni del capitale regolamentare:
Il cambiamento dei principi contabili potrebbe avere delle conseguenze sul capitale regolamentare delle banche tra cui un potenziale aumento della volatilità di tale aggregato.
L’uso del fair value rende, infatti, il patrimonio più sensibile all’andamento dei mercati finanziari con il rischio di effetti prociclici, in quanto una più accentuata riduzione del patrimonio di vigilanza nelle fasi negative del ciclo economico potrebbe indurre le banche a contrarre l’offerta di credito.
Secondo lo IAS 39 le variazioni del fair value degli strumenti di copertura usati ai fini di cash flow hedge devono essere iscritte nel patrimonio netto nella misura imputabile alla porzione di copertura efficace. Sotto questo profilo tuttavia il Comitato di Basilea ha raccomandato l’esclusione del patrimonio di vigilanza delle eventuali riserve derivanti da tale previsione.
Il Comitato Basilea ritiene che il trattamento delle perdite e dei guadagni non realizzati sul portafoglio Afs debba essere diverso a seconda della voce che li ha generati. Per i prestiti, le variazioni del fair value devono incidere sul patrimonio di vigilanza; per i titoli di capitale si propone un trattamento asimmetrico dei guadagni e delle perdite.
Un altro potenziale effetto dei nuovi principi contabili sul capitale regolamentare potrebbe derivare da un cambiamento delle componenti di tale aggregato, soprattutto in conseguenza dei nuovi criteri di classificazione degli strumenti finanziari previsti dallo IAS 32.

Gli effetti prociclici Connessi alle nuove regole di valutazione dei crediti:
Lo IAS 39 stabilisce che, a ciascuna data di bilancio, è necessario verificare che vi sia obiettiva evidenza che singole o gruppi di attività finanziarie abbiano subìto una diminuzione durevole di valore (impairment), infatti, questa può essere riconosciuta solo se incurred, ossia causata da eventi già verificati che influenzino i flussi di cassa attesi (restano escluse pertanto le perdite attese connesse a eventi futuri, non importa quanto probabili).
I criteri fissati dallo Ias, applicati al portafoglio crediti, sono apparentemente in contrasto con l’orientamento del Comitato Basilea, secondo cui la funzione del capitale è quella di fronteggiare le sole perdite inattese, quindi i requisiti patrimoniali minimi non devono essere influenzati dalle perdite attese, e queste ultime devono trovare copertura negli accantonamenti di bilancio.
Tra i segnali di una riduzione durevole di valore di un’attività finanziaria lo IAS 39 indica:
una significativa situazione di difficoltà del debitore
una violazione degli accordi contrattuali
la presenza di facilitazioni che il creditore non avrebbe concesso in situazioni non "patologiche"
un’elevata probabilità di fallimento del debitore o di una sua riorganizzazione finanziaria
la scomparsa di un mercato attivo per l’attività come conseguenza delle difficoltà del debitore
altri eventi osservabili che segnalino una diminuzione dei flussi di cassa attesi da un gruppo di attività, quali ad es, un aumento dei ritardi nei pagamenti o un peggioramento delle condizioni economiche locali o nazionali che aumenti la probabilità di default dei debitori.
Gli eventi sopraindicati hanno maggiori probabilità di verificarsi nel corso di una recessione economica, quindi le svalutazioni dei crediti da parte delle banche tenderebbero a concentrarsi nelle fasi negative del ciclo economico, con il rischio di provocare una riduzione del loro patrimonio, una contrazione dell’offerta del credito e conseguentemente un ulteriore peggioramento della congiuntura.
Secondo lo IAS 39, tutti i crediti che non siano oggetto di impairment individuale devono essere oggetto di valutazione collettiva all’interno di un gruppo di attività con caratteristiche di rischio simili, dove i flussi di cassa futuri sono stimati sulla base della perdita storica delle attività con caratteristiche analoghe. (si tratta di perdite "fisiologiche"cioè non legate a eventi verificatisi durante l’esercizio).
Non vanno sottovalutati allo stesso tempo i potenziali effetti prociclici derivanti dal fatto che, secondo i nuovi principi contabili, le svalutazioni dei crediti si riflettono necessariamente sul C.E e, a differenza di quanto accadeva prima, non possono avere come contropartita una riduzioni dei Fondi rischi su crediti; lo Ias 37 vieta infatti l’iscrizione al passivo di fondi rischi di carattere generale. Ciò determina un aumento della volatilità del risultato di esercizio della banche, in quanto questo è accresciuto dagli eventuali accantonamenti e ridotto dagli utilizzi di tali fondi.
Nel corso di una recessione, al momento della concessione del credito, la banca sa che, in caso di svalutazione del credito stesso, l’intero effetto graverà sul C.E senza poter trovare contropartita in precedenti accantonamenti al fondo rischi.

Tratto da IL SISTEMA FINANZIARIO di Alessia Chiovaro
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