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Seduzione e immagine realistica di sè


Pensate che cos’è l’effetto che tutti vogliamo produrre di seduzione dell’altro è molto raro che ci siano relazioni che ci mettano nelle condizioni di non voler sedurre l’altro. Una relazione che ci spinga a mostrare una faccia realistica è molto rara.
Noi all’altro vogliamo sempre mostrare una faccia attraente e non perché vogliamo ingannare ma perchè noi ci identifichiamo al punto da cui ci vediamo amati dall’altro ciò che fa identificazione simbolica non è un punto qualunque della nostra esistenza.
Il bambino si vede in quell’immagine perché è l’immagine che è conveniente per l’altro da cui si vede amato dall’altro.
Io posso includere in un certo modo il bambino dentro una dinamica libidica anche se non mi rappresento come madre nella standardizzazione da buoni sentimenti del mio amore per lui.
Le psicosi infantili mostrano molto spesso che quello che circola come ideologia del
rapporto col bambino in famiglia o per la madre non è affatto un rifiuto primordiale anzi c’è qualcosa di fin eccessivo nelle cure, nella disponibilità materna .Non possiamo dire che la madre dello psicotico non si presenti come amorevole.
Ci sono condizioni che sembrano protettivo amorose fino all’inverosimile e che non permettono questa identificazione, cioè la sua immagine narcisistico immaginaria.
Noi non operiamo in quel senso a quel livello cerchiamo al contrario di produrre o di far produrre al soggetto qualche cosa di più realistico se vogliamo.
Perché si dice che dall’analista o nella consultazione si è sinceri ?c’è una condizione su cui il soggetto è richiamato che è essere senza la preoccupazione di far apparire cose che non sono essere sinceri.
Quando diciamo investimento libidico o quando parliamo dell’amore della madre non facciamo riferimento ad una struttura semplicemente rappresentazionale quello che ci appare o quello che quel soggetto dice di sé, facciamo riferimento ad una struttura più complessa in cui si mescolano altri elementi che possono arrivare ad essere addirittura il suo rovescio di quello che il soggetto si rappresenta.
Noi siamo nel campo di una relazione che mira in maniera esplicita e diretta a un po’ più di verità per il soggetto
Noi utenti ma anche noi come operatori non andiamo dallo psicologo per continuare a mentire,che ne dite? Quando qualcuno va in consultazione la rappresentazione di sé in quel momento è di fare un punto e a capo. .
Non sto dicendo che basta questa intenzione perché non basta la volontà cosciente per far cessare una modalità ripetitiva ma è pur vero che la decisione,il desiderio deciso di interrompere quella modalità che infondo il soggetto giudica da sé patologica è un elemento essenziale che permette che entri in gioco qualche cosa che miri ad interrompere il gioco e a cogliere la reale posizione del soggetto,al di là di questo asse di rimandi e di seduzioni da immagine a immagine.
Perché in qualche modo funziono come operatore e sono interessato io prima di tutto a perforare quella dimensione narcisistica che dicevamo prima, a perforare quella dimensione ripetitiva perché il soggetto possa porsi la questione del chi è lui al di là di tutte le rappresentazioni più o meno fasulle che ci da di sé per darci una buona idea di sé che poi è lo stesso che compiacere noi.
Quindi un elemento che non è più narcisistico nel senso immaginario ma è narcisistico nel senso simbolico. Non sono interessato all’agghindamento della mia immagine in una consultazione ma in qualche modo domando qualche cosa sul posto che ha la mia immagine per l’altro quindi il posto di me come soggetto.

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