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Senso e riferimento di enunciati: il pensiero in Frege


Frege definisce pensiero il senso di un enunciato e valore di verità il suo riferimento. Egli arriva a queste due definizioni con due argomenti differenti. Una persona può credere che sia vero che la Stella del mattino è un pianeta, e allo stesso tempo credere che sia falso che la Stella della sera è un pianeta. Questi due enunciati rappresentano dunque pensieri diversi.

Nei due enunciati di diverso vi è dunque solo l’espressione Stella della sera e Stella del mattino, espressioni con stesso riferimento e con diverso senso. Se i due enunciati rappresentano pensieri diversi, e l’unica differenza tra i due enunciati è il loro avere espressioni con lo stesso riferimento e diverso senso, è ragionevole identificare i pensieri con i sensi degli enunciati.

Inoltre, Frege si domanda che differenza passa nel considerare “Ulisse sbarcò a Itaca” nel caso in cui Ulisse si riferisca a un individuo in carne a ossa o sia un nome di invenzione poetica. Vi sono due casi: (a) Ulisse è un nome privo di riferimento. In questo caso studieremo la frase dal punto di vista della poesia; (b) Ulisse viene ritenuto un nome che si riferisce a un personaggio reale.

Nel primo caso siamo interessati al solo valore poetico, nel secondo caso alla verità. Siamo cioè interessati alla verità solo quando si ritiene che le parti componenti di un enunciato abbiano un riferimento. Possiamo concludere che il senso di un enunciato è il pensiero che esso esprime, il riferimento di un enunciato è il suo valore di verità. Una conseguenza che si attribuisce a Frege è che un enunciato contenente un nome senza riferimento non ha riferimento, valore di verità.

Tratto da INTRODUZIONE ALLA FILOSOFIA DEL LINGUAGGIO di Domenico Valenza
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Frege