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Simmel e il rapporto di causalità reciproca


Weber sostiene una reciproca influenza tra idee e società.
Anche per Simmel tra condizioni sociali e idee vi è un rapporto di causalità reciproca.
Ciò significa che le nostre idee non possono essere interamente indipendenti dalle condizioni sociali, ma che non potrebbero ugualmente esserne dipendenti. Ciò nonostante non dobbiamo stupirci dell'influenza su tale questione delle due teorie contraddittorie: idealismo e materialismo. Entrambe traducono la tendenza che abbiamo a trasformare le relazioni di causalità circolari in relazioni unilaterali; entrambe contengono parti di verità e allo stesso tempo, entrambe sono false, nonostante ciascuna delle due abbia ragione nei confronti dell'altra.
Questa prospettiva teorica e metodologica accomuna Simmel a Weber e ha delle conseguenze importanti nei confronti dell’analisi culturale, sull'approccio che inizia a delinearsi, nell'ambito tedesco, nei confronti dell’analisi culturale. Innanzitutto viene precisato che la distinzione tra cultura e società è di tipo analitico, riguarda cioè il livello concettuale e non la realtà ontologica. La cultura non è un “oggetto” ontologicamente separato da altri, ma un concetto con cui classifichiamo i fenomeni sottolineandone gli aspetti per noi importanti al fine della loro comprensione.
In secondo luogo, le credenze e i valori sono, per entrambi gli autori, una cultura collettiva, nel senso che si tratta di rappresentazioni che non appartengono all’ambito privato, ma sono pubbliche. In questa direzione dell'analisi di una nuova concezione del mondo e si va diffondendo in tutto l'Occidente moderno, procede non sono la descrizione di Weber dello "spirito del capitalismo", ma anche Simmel, in “Filosofia del denaro” procede in questa direzione. Egli si sofferma principalmente sul carattere simbolico del denaro nella cultura moderna. Si tratta di un processo di progressiva dematerializzazione che non ha altra realtà se non quella di simboleggiare le relazioni tra gli individui. Il denaro si è enormemente diffuso ma ha cambiato natura: in sé non ha valore se non come mezzo di scambio, ma tende a trasformarsi in un valore in se stesso. Si produce un’oggettivazione dei valori, per cui ciò che prima era un valore soggettivo, diventa una proprietà delle cose in quanto tali. Ne risulta profondamente influenzato il pensiero umano, che diventa sempre più intellettualizzato e individualista, attento a tutti gli aspetti della vita che si prestano ad essere calcolati e quantificati.

Tratto da SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI di Manuela Floris
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