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Sprawson - Le acque della classicità

L'entusiasmo degli inglesi per il nuoto è attribuito alla miscela di sangue nordico e romano presente nelle loro vene. Le antiche saghe dei paesi germanici raccontano di società in cui il nuoto era un esercizio comune, godimento di uomini e donne. Anche gli eroi erano tuffatori. Anche nella società romana il nuoto era importante. Quasi tutte le città sede di presidio erano dotate di grandi piscine all'aperto; l'esercito romano annoverava fra le proprie forze un reggimento di nuotatori germanici e un compagnia di subacquei urinatores. Ma i romani usavano l'acqua anche per mantenersi in salute, e costruirono terme ovunque. A Roma si parla di 800 piscine. Con il declino dell'impero, le terme diventavano più sontuose. Quasi tutti gli imperatori erigevano le proprie. L'atmosfera tenebrosa e le alcove segrete contribuirono a rendere questi luoghi ricettacoli di vizio e corruzione, e gli imperatori non erano da meno: Domiziano nuotava con le prostitute, Eliogabalo con i giovinetti, come Tiberio. Anche gli scavi di Pompei hanno rivelato questa passione per il nuoto. I romani usavano il nuoto nelle metafore della vita che usavano...Ma anche la poesia latina secondo Sprawson è permeata di sensibilità per l'acqua, un interesse ereditato dai greci. Gli eroi omerici sono ossessionati dalla pulizia del corpo.

I Greci amavano circondarsi d'acqua, ritenevano che anche solo la vista o il suono dell'acqua potesse dar loro salute e vigore; consacrarono molte fonti costruendovi templi. Sull'isola di Leuca, in occasione delle celebrazioni in onore di Apollo, alcuni erano gettati dalla rupe come sacrificio per il dio, altri si gettavano per prova o amore non corrisposto; i templi erano custoditi da sacerdoti e sacerdotesse che dovevano mantenersi puri per tutta la vita e bagnarsi regolarmente nei luoghi sacri. Per i greci l'acqua possedeva poteri magici, misteriosi: c'era un fonte che rendeva folli, una che poteva far diventare astemio. Achille e il tallone. L'acqua portava gli uomini a innamorarsi delle loro immagini riflesse, riducendoli a ermafroditi. L'incontro con una ninfa poteva rendere folli ossessi o pazzi di desiderio. I greci studiavano il colore e la vegetazione delle sorgenti. La civiltà greca sembrava ruotare attorno all'acqua; le grandi battaglie contro i persiani furono combattute nei pressi di sorgenti famose; gli eventi più significativi della vita degli uomini, ma anche della storia, venivano associati all'acqua. I misteri eleusini e gli oracoli si celebravano dove c'era abbondanza di sorgenti. I campioni olimpici erano spesso sepolti presso fiumi di confine; i giochi stessi si tenevano presso fonti o fiumi famosi, le cui acque venivano convogliate lungo le piste e tra gli spettatori.

Quando in un temperie di desolazione spirituale i romantici del 19° sec si rammaricarono della condizione dell'uomo moderno, si rivolsero alle divinità acquatiche dei greci. Dichiararono di soffrire della loro assenza. Lo vediamo nelle parole di Valery, Poe, Huysmans, Arnold.. Holderlin quando era in Francia amava passeggiare quotidianamente in un parco con grandi vasche ornamentali. Winckelmann cercò di esprimere l'idea di bellezza greca con 2 immagini: contemplare un mare calmo e gustare il sapore dell'acqua pura. Anche Socrate sedeva a meditare presso i corsi d'acqua.

I romani ereditarono dai greci la passione per l'acqua e i poeti latini continuarono a esprimere le sensazioni provate dai greci. Gli aggettivi che i romani usavano per descrivere l'acqua sono felici (amatrices acquae). Ma quell'elemento che ai greci era sembrato tanto misterioso e sfuggente, i romani tentarono di controllarlo e sottoporlo a regole; perfezionarono l'ombrello e misurarono il tempo con orologi ad acqua. L'acqua era custodita in piscine di candido marmo. Ma i greci avevano costruito un sola piscina, a Olimpia, e per loro il nuoto era legato per lo più ai miti o alle cerimonie rituali. A Roma abbiamo anche monumentali acquedotti. Il più grande costruttore di acquedotti fu Sesto Giulio frontino.  I romani erano abili nel costruire arene e acquari. In un certo periodo si diffuse nella buona società romana la moda di stagni e acquari. Il termine latino piscina significava sia peschiera sia vasca per nuotare. Si addomesticavano murene, si compravano pesci..Quasi tutti gli imperatori diedero il proprio contributo a questa mania per l'acqua. Con Nerone ad es. le case private furono dotate di acqua corrente. Tale entusiasmo per l'acqua fu percepito da alcuni come un contaminazione ellenistica. Anche se i greci avevano un sola e modesta piscina, a Olimpia. E la loro tradizione non era per la piscina. Platone la riteneva adatta solo ai vecchi e ai deboli. Secondo tacito i bagni le feste e le cene elaborate rappresentavano la corruzione della vita romana. Distanza tra nuotatori grezzi da fiume e nuotatori da piscina. Nelle satire Giovenale misura il declino di Roma dallo stato di un delle sue fontane; giovenale sottolinea come ora prevalgano l'artificio e la stravaganza che hanno cancellato le caratteristiche numinose di una sorgente.

Dopo la caduta di Roma l'acqua perde gradualmente il suo fascino; i suoi effetti considerati dannosi per la salute ed essa diabolica, fonte di malattie. Si sviluppa il nuoto a rana perché mantiene il corpo orizzontale e gli ampi movimenti delle mani impediscono alle cose disgustose di entrare in bocca. Con l'avvento del Cristianesimo, l'occidente comincia a perdere il suo interesse per il mare. I villaggi costieri cominciano a dirigere le proprie energie verso l'entroterra.

Una civiltà marittima si trasforma in una civiltà dedita alla terra, e l'Islam prende possesso del mediterraneo. La Chiesa popola il mare di mostri fantastici. le sirene di Plinio, prova delle meraviglie naturali, ora sono a simboleggiare la lusinga dei piaceri carnali che i devoti devono fuggire. Lo status del nuotatore declina gradualmente. Ora non è più un eroe, come il nordico Beowulf, ma necessita dell'intervento sovrannaturale. Molti racconti di miracoli raffigurano uomini alla mercè di mari o fiumi, salvati solo dal Cristo. Lo scontro tra Chiesa Cristiana e nuoto si verificò relativamente presto, quando un culto siriano noto come MAIUMA (da mai, parola semitica per acqua) divenne popolare nel mondo romano negli anni del declino dell'impero. Il rito si svolgeva all'aperto, in piscine circolari, con donne nude..il nuoto e il piacere sessuale furono associati con il diavolo, e venne soppresso quasi del tutto durante il dominio cristiano sull'Europa. Tornerà in auge solo all'inizio dell'800.

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