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Studio antropologico: la moneta


Diversi tipi di moneta caratterizzavano gli scambi commerciali di ogni parte: barre di ferro, fili di rame, rafia, monete di sale, conchiglie, che non impedivano però che esistessero anche altre forme di baratto o di scambio personale. La moneta è un portatore di valore e consente un possesso a distanza, ma è portatrice di segni, permettendo una separazione spaziale tra la proprietà e il proprietario. Le due facce della moneta rappresentano le due forme di organizzazione che le consentono di operare e svolgere le sue funzioni: il lato della testa esprime il simbolo dell’autorità che ha emesso la moneta, il lato della croce solitamente ha una cifra, che è il valore stesso della moneta; ci ricordano che la moneta è un oggetto capace di entrare in relazioni di tipo diverso esprimendo un valore quantitativo, ma anche che in origine è una relazione tra persone.
La sua presenza non implica automaticamente un passaggio a scambi impersonali, dal momento che non agisce da sola, ma sono gli esseri umani ad assegnarle una funzione che non è sempre la stessa. Su molti mercati, vige la regole della contrattazione, che mette in gioco i due contendenti che tentano di stabilire un compromesso tra le parti in campo: rimane quindi un incontro tra persone. Non è dunque l’assenza di denaro o di mercanti che differenzia il dono dal mercato, ma l’obiettivo fondamentale dell’atto: si tratta di far nascere e nutrire con lo scambio un rapporto sociale che rafforza i debiti di ciascuno verso tutti, e non di soddisfare bisogni o accumulare valore materializzato, senza lasciare traccia personale nei rapporti tra gli attori dello scambio.
Nella contrapposizione tra scambi personalizzati e anonimi, si prediligono i primi: il denaro era strumento di libertà, un’opportunità per ampliare il raggio di azione individuale e la propria cerchia di affari, ma è anche una minaccia all’ordine morale. L’anonimato della moneta conduce alle relazioni impersonali caratteristiche dei mercati, che porterebbe alla dissoluzione delle comunità: in certi casi, però, gli individui, grazie alla moneta, riescono a svincolarsi talvolta dalle reti gerarchiche e parentali che implicano diversi tipi di obbligazioni.
In una società è indispensabile che esistano diversi tipi di scambio, da quelli più vicini al dono a quelli per fini commerciali, che spesso convivono: il mercato e il dono. Il mercato era una transazione che in se stessa non richiedeva relazioni personali a lungo termine, che quindi poteva essere sfruttata il più possibile: la moneta ha permesso nuove strategie di commercio, ma non ha annullato il dono. Si parla quindi di sistemi paralleli e complementari, che rappresentano uno il canale per creare vincoli e legami sociali, l’altro la necessaria valvola di sfogo per aggirarli.

Tratto da IL PRIMO LIBRO DI ANTROPOLOGIA di Elisabetta Pintus
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