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Teoria della storiografia in Croce



Bisogna però precisare che nel momento in cui si agisce, il fatto non è ancora un evento storico; esso lo diventa soltanto in quanto è pensato come tale, ossia quando diventa oggetto di storiografia. La storiografia è quindi la conoscenza dell’universale, ossia della vita dello spirito in tutte le sue manifestazioni (economia, etica, fantasia, pensiero). Ma a cosa “serve” studiare le cose passate? Non basta che lo studio di un fatto storico venga fatto semplicemente per riportarlo alla memoria perché questa sarebbe cronaca non storia. Secondo Croce solo un interesse presente ci può muovere ad indagare un fatto passato, che rielaboreremo secondo il nostro “utile”. Per questo motivo Croce afferma che si deve sempre parlare di storia contemporanea. La conoscenza storiografica, sostiene Croce in Teoria e storia della storiografia, non appartiene all’attività dello spirito, ma assume tale attività a proprio oggetto. È per questo motivo che alla storiografia non appartengono le categorie di bene e male per cui non esistono fatti positivi o negativi, ma fatti che in quanto esistono non possono che essere, per la storiografia che li studia, “positivi”. È per questo che la storia non è mai giustiziera dei fatti del passato (che magari servono a svelare qualcosa che non si conosceva), ma giustificatrice di ciò che avviene.

Tratto da STORIA DELLA FILOSOFIA CONTEMPORANEA di Carlo Cilia
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